Ametto di essere arrivato a questo disco piuttosto "scojonato", in gergo tecnico, provato dalla querelle che si è scatenata intorno al nome
Rhapsody in questi ultimi anni tra divisione, reunion a metà e questa...trovata dei
Turilli / Lione Rhapsody che alla fine sono i Rhapsody di tutti tranne
Staropoli che forse, alla luce di tutta la vicenda, è quello che ne è uscito meglio, non solo musicalmente, ma per una questione di dignità e coerenza.
Coerenza che, mi dispiace dirlo, non è una parola che possiamo applicare al comportamento di Luca che ha più volte spergiurato, persino durante una mia recente intervista, che non avrebbe più avuto a che fare con l'universo metal, assorto com'era nelle composizioni orchestrali, il dolby Atmos, la Yamaha e bla bla bla.
Infatti, eccoci qua a commentare "
Zero Gravity (Rebirth and Evolution)". Mah.
Al di la' del titolo eclatante, non riesco a percepire nulla di tutto ciò: nessuna rivoluzione in quanto siamo di fronte a quello che è un disco solista di Turilli che ha chiamato Lione dietro al microfono, come fece con Hayer tanti anni fa o Conti più recentemente; nessuna rinascita, poichè non siamo lontani da quei lidi, ne' per soluzioni proposte ne' per qualità della musica stessa; insomma, per quei pochi che si aspettavano un ritorno alle vecchie sonorità dei Rhapsody, più asciutte, più metal, più incisive, niente da fare.
Siamo nuovamente di fronte ad un polpettone intriso di mille arrangiamenti, orchestrazioni, musica sintetica (odiosi rumorini elettronici a-la
Resident Evil pervadono l'intero disco), tributi ed esagerati ammiccamenti ai
Queen, cori e controcori, che - lo dico con un sentimento a metà tra lo stufo ed il dispiaciuto - sinceramente annoia non poco, tutto formalmente perfetto, fin troppo, ma che stenta ad emozionare, a comunicare, a toccare le corde del nostro cuore e della nostra anima, probabilmente giunta a non credere più ad alcuna scintilla residua, alla freccia d'oro da parte di Turilli e company.
Cosa c'è di diverso tra "
Zero Gravity" ed un qualsiasi brano di "
Ascending to Infinity" o "
Prometheus"? Poco, molto poco.
La netta differenza, è brutto dirlo ma è così, è al solito la voce di
Lione che compie come sempre una prova di estremo valore e riesce ad accrescere come nessun altro sa fare la musica scritta da Turilli, arricchendola di pathos, colore e drammaticità.
Ma qui ci fermiamo.
Cinematografia, elettronica, atmosfere, una vaga ricerca di sensazioni progressive ma che nuovamente non riesce a convincere del tutto, anzi lascia molto amaro in bocca.
Peccato, perchè traslando molti di questi brani ed idee in una forma più snella e "metal" (tra tutti la conclusiva "
Arcanum") ne sarebbe uscito qualcosa di molto fiero e potente, tanto per fare una citazione, ma qui tra pause, trombe e trombette, cori di angeli, apocalissi e pianoforti...si perde completamente il lume della ragione.
Non si può certo dire che sia fatto male, che ci sia poca cura o poca convinzione, ma alla fine "
Zero Gravity (Rebirth and Evolution)" è come un film dei Transformers o dei supereroi della Marvel: un successo al botteghino, un'overdose di effetti speciali, un trionfo delle percezioni, ma il cinema d'autore è altrove, anzi il cinema e basta...