I Suffer Incorporated - Diagnostic And Statistical Manual Of Me(n)tal Disorders

Copertina 5

Info

Demo
Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2010
Durata:23 min.
Etichetta:Spider Rock Promotion

Tracklist

  1. BLASTING RODEO DRIVE
  2. DON’T WANNA BE LIKE JOHNNY
  3. POCKET DOLL
  4. DOCTOR DOCTOR
  5. THE MALE SUPREMACY ( OR HOW TO SUBJUGATE A WOMAN IN TEN EASY STEPS )

Line up

  • Alex Sweet Savage: guitars, vocals, drum programming
  • Napulesh: bass guitar
  • J Fasterluk: guitars

Voto medio utenti

Nati nel 2004 come band metalcore, gli I Suffer Incorporated hanno col tempo evoluto il proprio stile musicale, fino a raggiungere sonorità meno articolate ed orientate verso motivi più heavy metal.
La componente core, tuttavìa, non è completamente abbandonata, ma torna persistente nell'approccio vocale e in alcune sfuriate che ricordano molto band del calibro di Trivium e Killswitch Engage.

Il mini cd, nel lunghissimo ed intrigante titolo, Diagnostic And Statistical Manual Of Me(n)tal Disorders, si autodetermina come una sorta di “manuale” e si articola in cinque pezzi, abbastanza eterogenei tra di loro.

La caratterista di prontuario d'uso si concretizza con “The Male Supremacy [Or How To Subjugate A Woman In Ten Easy Steps]”, elenco di dieci, brevi passaggi da seguire per raggiungere la tanto agognata supremazia maschile. Non c'è maschilismo o, almeno, noi donne ci auspichiamo di no, ma tanta ironia e pungente sarcasmo, ravvisabili anche nella particolare “Don't Wanna Be Like Johnny”, allegra e frizzante nel descrivere un soggetto al quanto bizzarro ed estroso.

Il mini cd, tutto sommato, non presenta picchi particolari o episodi degni di nota, rivelandosi, per queste stesse ragioni, abbastanza monotono e poco innovativo.

Gli unici passaggi che lasciano saggiare venature più sperimentalmente accattivanti sono le contaminazioni elettroniche della cover degli UFO, “Doctor Doctor”, e di “Blasting Rodeo Drive”, nei primi attimi interamente sancita da una dose di elettronica che sembra dover trasmutare da un momento all'altro in della buona EBM. L'illusione, però, dura solo 30 secondi, successivamente ai quali le chitarre irrompono per distorcere e capovolgere l'atmosfera asettica fino a quel momento costruita.

Credo che la band dovrebbe coltivare maggiormente la componente electro, per due buone ragioni: per dare una manciata di personalizzazione al sound, piuttosto insipido, dal punto di vista creativo, e per ricercare maggiore omogeneità tra il metalcore/heavy metal e gli inserimenti electro proposti. Nei casi presentati in questo lavoro, infatti, non c'è una concreta mescolanza ed una reale interazione tra le due realtà sonore, che risultano, invece, brutalmente accozzate.

Il rischio in cui si potrebbe incappare è la degenerazione in una contaminazione apparentemente priva di nesso logico.
Recensione a cura di Selenia Marinelli

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