I
Nth Ascension ritornano a tre anni di distanza da
“In Fine Initium” con un album piacevole ma privo di sorprese. Per carità, non stiamo parlando di alfieri della scena neo-prog come
Pendragon o
IQ, ma negli anni il quintetto britannico è stato in grado di ritagliarsi un proprio spazio e una propria
fan base che, forse, avrebbe meritato un full-length più “coraggioso”.
Le sonorità di
“Stranger Than Fiction” sono senza dubbio eterogenee: si spazia da timbriche eteree a cavallo tra ambient e new age (
“The Opening”) a ciclopici “all you can eat” a base di pop, prog, hard rock e funk (penso alla conclusiva
“Sound To Light”).
Quello che mi è mancato veramente in questa release è il “guizzo”, a mio avviso fondamentale per una band di questa caratura. Episodi come
“Reconciled”, “Journey’s End” e la sopraccitata
“Sound To Light” - oltre a rievocare
Rush, Genesis e
Led Zeppelin - centrano il bersaglio solo in parte, e non basta una prestazione strumentale di tutto rispetto a far digerire brani talvolta troppo densi come
“True Identity”.
Bene ma non benissimo.
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