Gran bella botta questo secondo lavoro dei
Bewitcher, trio di Portland, Oregon. Una sorta di violento black-speed metal alla Venom con un tocco di trucido punk’n’roll in odore di Motorhead. Riff macinati come armi di distruzione di massa, ritmiche frenetiche e spezzacollo, voce malvagia e satanica, atteggiamento da picchiatori senza sosta, la band americana non concede pause nel proprio assalto sfrenato e distruttivo. Otto brani che rispolverano l’atmosfera greve e rovinosa di un “Welcome to hell”, con appena un sottilissimo velo di modernità. Certamente siamo di fronte ad un lavoro molto derivativo che non può avere la pretesa di superare le fonti originali, però la furiosa esplosività quasi grind di “
Savage lands of Satan”, il tiro schizzato alla Razor di “
Hexenkrieg” o “
Rome is on fire”, le parossistiche cadenze da puro headbanging sulfureo della title-track e di “
In the sign of the goat”, la gelida e massiccia cavalcata finale della strumentale “
Frost moon ritual”, sono tutti episodi ad alto gradiente di stimolazione epidermica e sanguigna.
Se non cercate novità eclatanti, ma sapete accontentarvi di una sostanziosa mezz’ora di buon vecchio speed metal dai contorni grezzi ed infernali, i
Bewitcher sono una scelta consigliata.
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