Ogni nuova uscita discografica degli
Elvenking, sin dai tempi dell’esordio risalente ormai al lontano 2001, è un vero e proprio viaggio mentale verso lidi lontani, dominati dalla fantasia e da antiche credenze popolari pagane, dove l’ascoltatore si lascia volentieri trasportare attraverso la musica della band, il cui sound, sempre a metà strada tra il power ed il folk, esalta in particolar modo melodie ed intensità emotiva. Tuttavia questa volta, il combo friulano si è autenticamente superato, difatti con la sua ultima fatica, intitolata
Reader Of The Runes-Divination, la band ha voluto aprire il sipario sul racconto di una vera e propria saga, concepita dalla mente stessa del gruppo, che proseguirà nel corso dei successivi album; non si tratta quindi di un concept nell’accezione tradizionale del termine, ma del primo capitolo di una storia, la cui ambientazione è sempre la medesima, ovvero quell’affascinante mondo pieno di fitti misteri, presagi, incantesimi ed antiche superstizioni nordiche come, nel caso specifico, l’interpretazione e la lettura delle rune, potere conferito a pochi eletti indovini che permette di prevedere situazioni ancora non accadute e di cogliere quei segnali inviati dal fato, non visibili agli occhi delle persone comuni, secondo l’antica tradizione celtica. L’ascoltatore viene immediatamente proiettato all’interno di questo mistico universo ed entra subito in contatto con i personaggi principali della storia, sin dall' intro strumentale
Perhtro, una sorta di sigla iniziale che apre le danze della saga, seguita dalla stupenda
Heathen Divine, il cui dolcissimo giro introduttivo di chitarra acustica ha l'ingannevole compito di celare volutamente quella che nei minuti successivi, si trasformerà in un’autentica killer song, tipicamente power ma dalle spiccate melodie folk, presenti comunque in tutte le tracce del disco, dall’intensa
Silverseal all’elegante
Eternal Eleanor e rafforzate dal classico violino elettrico, tipico elemento “elvenkingiano” che in
Divination disegna agrodolci melodie celtiche, sottolineate anche dalla chitarra di
Aydan il quale, a livello di song-writing, non sbaglia mai un colpo. Riffs taglienti e linee vocali incisive ma malinconiche al tempo stesso, interpretate con un’espressività fuori dal comune “che ti strappa il cuore”, dal sempre ottimo
Damna, in
The Misfortune Of Virtue pezzo in cui, a dominare è la doppia cassa di
Lancs e nella travolgente
Malefica Doctrine che recupera quel sound particolarmente cattivo, tendente quasi al melodic-death, che la band aveva sviluppato nel troppo sottovalutato album del 2007 intitolato The Scythe, che personalmente ho amato sin dal primo ascolto, proprio per la sua aggressività, senza che questa tuttavia snaturasse il suono dei nostri.
Forse un pò troppo “catchy”, o almeno nella sua parte iniziale,
Under The Sign Of A Black Star , che però ha il suo peso specifico all’interno del disco, mentre in
Sic Semper Tyrannis e in
Warden Of The Bane a dominare sono gli inni ed i cori celtici perfettamente curati da
Damna e ripresi dalle melodie del violino, e fanno da preludio alla traccia più lunga del disco intitolata
Reader Of The Runes-Book I, in cui la profondità delle melodie il perfetto connubio tra power e folk raggiungono la loro massima espressione.
Diciamocelo pure, tra tutti i gruppi storici italiani, gli
Elvenking possono essere considerati, a ragion veduta, uno dei “fiori all’occhiello” del metal nostrano, insieme chiaramente a Labyrinth, Rhapsody, Eldritch, DGM, Domine, Secret Sphere ecc...ma ciò che ha sempre contraddistinto il combo friulano, rispetto alle suddette bands, è indubbiamente il particolarissimo sound, unico nel suo genere, ed ogni singolo capitolo della discografia del gruppo, ha sempre coinciso con una sorta di perfezionamento del proprio stile, quest’ultimo
Reader Of The Runes-Divination è un ulteriore passo in avanti in tal senso, una perfetta sintesi di tutto ciò che i nostri hanno espresso in questi 22 anni di onoratissima carriera, impossibile non rimanerne folgorati!