Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2019
Durata:47 min.
Etichetta:AOR Heaven

Tracklist

  1. YOU ARE THE ONE
  2. LET ME BE THE ONE
  3. BEST OF ME
  4. LIFT YOU UP
  5. HOLD ON TO LOVE
  6. I LET YOU IN
  7. IT’S TIME TO GO
  8. MANDY COME HOME
  9. I DON’T WANT TO WAIT FOREVER
  10. IT HURTS TO BE I LOVE

Line up

  • Rob Moratti: vocals
  • Torben Enevoldsen: guitars
  • Fredrik Bergh: keyboards
  • Stu Reid: drums
  • Tony Franklin: bass

Voto medio utenti

Rob Moratti fa parte di quella schiera di personaggi che, nonostante una corposa e lodevole carriera, non sono mai riusciti ad andare oltre un moderato apprezzamento.
Le prove con Final Frontier, Rage Of Angels e una fugace (e un po’ “autolesionista” … impresa proibitiva cercare di scardinare Michael Sadler dal cuore dei fans) apparizione nei Saga non sono bastate per conquistare un credito ampio e incondizionato tra gli appassionati del melodic-rock e nemmeno il suo encomiabile percorso da solista è stato capace, per imponderabili motivi, di modificare questo stato di cose.
A questo punto, non sono in grado di prevedere se il nuovo “Renaissance”, patrocinato dalla AOR Heaven, potrà fornire qualche “scossa” significativa alla parabola professionale del nostro, ma quello che posso tranquillamente affermare è che siamo di fronte ad un altro albo di notevole valore espressivo, pilotato da una voce che continua a sorprendere per estensione e capacità interpretative.
Supportato da Torben Enevoldsen (Section A, Fate, ...), Fredrik Bergh (Street Talk, Seven, Bloodbound, ...), Stu Reid (Final Frontier) e dal celebre basso di Tony Franklin (Blue Murder, ...), Rob sciorina con disinvoltura e classe dieci frammenti di AOR piuttosto “classico” (e parecchio Journey-esco), marchiati dalla sua adamantina laringe.
Per chi ancora non ne conoscesse le peculiarità, diciamo che nell’ugola di Moratti riescono in qualche modo a convivere Jon Anderson e Steve Perry, e se tale coesistenza vi sembra quantomeno “singolare”, l’ascolto del coro stratosferico di “You are the one” potrebbe fornire qualche utile indicazione in merito.
Iperboli a parte, dopo un così appassionante atto d’apertura, arrivano le altrettanto efficaci “Let me be the one”, frizzante e adescante, “Best of me”, romantica e appassionata, e una “Lift you up” che avvolge l’astante e ne soggioga i sensi in maniera confortevole e familiare.
Hold on to love” e “I let you in” sono altri due esempi di pregevole rock adulto, superati in intensità emotiva da “It’s time to go”, “Mandy come home” (dal ritornello a “presa rapida”) e “I don’t want to wait forever”, mentre “It hurts to be I love” chiude il programma con una bella energia e un alito di manierismo.
Non rimane che sollecitare la giusta attenzione per “Renaissance”, un disco eccellente sotto molti (magari escludendo dall'elenco “l’originalità” della proposta ...) punti di vista, che possiede le qualità necessarie per consacrare Rob Moratti tra i migliori esponenti della fonazione modulata melodica contemporanea.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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