Vi sono band - nate come progetti paralleli di musicisti già impegnati in vari gruppi - che sono praticamente delle copie-carbone e che quindi non riescono a suscitare emozioni o grande interesse durante gli ascolti per i continui ed inevitabili paragoni con "l'originale".
Saltuariamente poi ci si imbatte in formazioni come gli statunitensi
Chrome Waves e le cose cambiano.
Nati nel 2010 per volontà di
Jeff Wilson, che nel 2018 avrebbe abbandonato i suoi
Wolvhammer proprio per dedicarsi solo alla nuova creatura, e di
Bob Fouts (ex batterista dei grandi
Nachtmystium) sino ad oggi avevano pubblicato solamente un EP omonimo nel 2012 in cui si scorgevano già i segni della grandezza ma che non aveva avuto alcun seguito.
Grazie agli dei del metallo -ed alla
Avantgarde naturalmente- gli statunitensi hanno finalmente pubblicato il loro debutto sulla lunga distanza intitolato "
A Grief Observed" e già al primo ascolto è chiaro perchè i nostri non appartengano assolutamente alla maggioranza di cui vi ho parlato più in alto.
Certo, si avvertono inevitabilmente le influenze dei gruppi di appartenenza, ma vengono arricchiti, integrati e modellati diventando personali grazie all'interazione tra i vari componenti.
Le sei tracce, lunghe come si conviene, si inseriscono nel filone black proprio dei
Nachtmystium quindi fortemente improntato all'atmosfera funebre, malinconica e plumbea, poggiando su suoni pieni, grassi e saturi, archi soffusi ma sempre presenti sullo sfondo, riff dallo smaccato feel melodico e sezione ritmica che si assesta su mid-tempos quasi costanti.
Il quadro viene completato e reso eccellente dalla prova al microfono di
James Benson che alterna scream (mai eccessivamente tirato) a parti pulite.
La musica dei
Chrome Waves non offre speranza, non permette ad alcuna luce di illuminare il mare nero dell'umana disperazione, decide che non vale la pena nemmeno di combattere contro l'orrore quotidiano che ci circonda, ne canta viceversa il dolore e la sofferenza.
"
Burdened", "
Past the Light" con le sue partiture apparentemente più leggere, le aperture vagamente progressive di "
Take Another Sip", gli spaventosi abissi evocati dalla titletrack fino all'incedere impetuoso di "
Predatory Animals" (la traccia più aggressiva del lotto) non danno scampo a chi ascolta, schiacciandolo con opprimente malinconia.
Se amate la musica che urla all'anima la propria sofferenza, che colpisce in profondità sino a far pungere gli occhi, che con delicata violenza scuote ogni fibra mettete nel vostro lettore "
A Grief Observed" durante la notte più buia ed abbandonatevi al suo dolore senza fine.
Chrome Waves - "
A Grief Observed"
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