Dopo essersi accasate con la
Edged Circle Production, etichetta gestita da Stian "Iscariah" Smørholm che i più attenti tra voi ricorderanno aver militato tra le fila degli Immortal, le
Asagraum rilasciano il loro secondo album confermando, nella sostanza delle cose, il loro status di band di qualità all'interno dell'infinito calderone del Black Metal.
Ancora una volta
Hanna van den Berg, in arte
Obscura, si rifà alla scena degli anni '90 componendo un disco che, forse addirittura meglio rispetto all'esordio, riesce a ben bilanciare la furia del metallo nero con una vena melodica che, in ogni brano, "striscia" tra le note rendendo l'ascolto di
"Dawn of Infinite Fire" una esperienza senza dubbio appagante perché mai noiosa o banale.
Il livello del songwriting del duo, dietro alle pelli questa volta siede la neo entrata
Amber de Buijzer, è certamente l'asso nella manica del gruppo: tutte le composizioni, infatti, denotano una attenta e meticolosa opera di strutturazione che si evidenzia all'interno di melodie, armonizzazioni e cambi di tempo tutt'altro che scontati ed utili a dipingere uno scenario nero come la pece ed una atmosfera sulfurea certamente degna di quel satanismo filosofico al quale, in più di una occasione, la leader
Obscura ha dischiarato di ispirarsi.
Le
Asagraum non possono essere considerate un gruppo innovativo o particolarmente rivoluzionario, tuttavia il loro saper fare riferimento al passato senza dimenticarsi di essere nel 2019 non è un elemento di poco conto, così come non è da sottovalutare la loro capacità di suonare devastanti ma "ascoltabili" senza perdere un'oncia di quel gelo che il Black Metal dovrebbe sempre avere e nel quale dovrebbe sempre essere immerso.
Insomma, esattamente come in occasione del primo album, siamo al cospetto di un gruppo vero e convinto di quello che fa, un gruppo che può benissimo non piacere ma del quale non può dirsi di essere costruito a tavolino o essere una mera trovata commerciale perché dietro agli strumenti ci sono delle donne e non, come ci si aspetterebbe in ambito estremo come questo, degli uomini rispetto ai quali, va sottolineato, le nostre non hanno niente da invidiare ne da imparare.
"Dawn of Infinite Fire" è, dunque, un album di fottuto Black Metal, suonato e prodotto in maniera impeccabile, ricco di armonizzazioni vincenti e di gelide dissonanze come la miglior tradizione di un genere che non cesserà mai di offrirci musica di qualità, sia quando resta "tradizionale" come nel caso specifico, sia quando si avventura in territori "nuovi" e scardinanti.
Come per il primo album, confermo il mio plauso a queste ragazze ed alla loro musica e vi invito a scoprire una validissima realtà che, sono sicuro, saprà regalarvi brividi di nero piacere.