Copertina 7,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2006
Durata:43 min.
Etichetta:Steelheart

Tracklist

  1. THE ALCHEMIST
  2. INTO THE HOWLIN' TUNNEL
  3. 1984 SLIVERS OF...
  4. THE KING IS DEAD
  5. BLINDNESS
  6. ANNIHILATION
  7. THE SEVENTH MAN (INSTRUMENTAL)
  8. JESTERS
  9. THE GOSEN (BEHIND THE DOOR OF ILLUSIONS)
  10. THE SHOW MUST GO ON (BONUS TRACK)
  11. SOLDIERS OF NOTHING (BONUS TRACK)
  12. TWO THOUSAND YEARS AND A GATE (BONUS TRACK)

Line up

  • Giulio Di Gregorio: vocals
  • Gianfranco Attardo: guitars
  • Simone Campione: guitars
  • Francesco Ilona: keyboards
  • Johnny Bozzari: bass
  • Davide Lima: drums

Voto medio utenti

L'intro "The Alchemist", in poco più di un minuto, abbraccia praticamente tutte le caratteristiche di questo "Alchemy Of Destruction". Un Symphonic Power Metal che gli Irencross accrescono di soluzioni progressive, di aggressività (passaggi thrash e cantato in growl), di passaggi neoclassici. Certo, oramai nemmeno questi espedienti possono risultare originali, ma la band siciliana ci propone il tutto con estrema convinzione ed ottimi risultati.
"Into The Howlin' Tunnel" ribadisce il tutto su più larga scala, vengono in mente Rhapsody, Gamma Ray, Symphony X ed anche i conterranei Thy Majestie, ma sempre con discreta personalità, quindi il testimone viene raccolto e portato avanti dalle canzoni che seguono, anche se mai in maniera pedissequa e ripetitiva. Si rivela particolarmente intrigante "Jesters", che nei passaggi Power/Neoclassici ricorda non poco gli Highlord (sopratutto nel refrain) mentre nei suoi larghi squarci strumentali si propone in un guitarwork intricato e massiccio. Davvero imponente, infatti, il muro di chitarre messo su (come avviene per "1984 Slivers of..." o "Annihilation") da Gianfranco Attardo e Simone Campione. E nella band ritroviamo anche il vocalist dei già citati Thy Majestie (con i quali ha cantato sull'ultimo disco), Giulio Di Gregorio, che conferma tutto il suo potenziale per varietà ed espressività. Davvero degna di ammirazione sua interpretazione sull'arcigna "The King is Dead" come pure quella di un classico dei Queen, "The Show Must Go On", che gli Irencross ci propongono in un’avvincente e personale interpretazione.
A completare il nutrito parco di bonus tracks, troviamo inoltre due brani risalenti a delle session di registrazioni che risalgono al 2002, inferiori (ma nemmeno poi troppo…) solo per la resa sonora e per un “tiro” minore e con un Di Gregorio che qui sembra meno ispirato.
Ad ogni modo un gran bell’esordio per la band palermitana e dato che di "Alchemy Of Destruction" è diverso tempo che se ne parla, immagino che presto avremo la possibilità di ascoltarne il seguito.
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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