Un filone che continua a produrre lauti guadagni per l'industria discografica senza mostrare flessioni è quello che vede coinvolte formazioni rock ripescate da un passato più o meno remoto. Tra cumuli di ristampe, edizioni inedite di polveroso materiale d'archivio e soprattutto raffiche di rientri sulle scene, abilmente pompati dal sensazionalismo pubblicitario, chi tira i fili di quell'enorme business che è la musica sembra più interessato a scovare qualche altro vetusto nome da resuscitare che non a rischiare sulle giovani leve e su idee magari un po' più innovative. Argomento troppo complesso e sfaccettato per trattarlo in questa sede ma utile come introduzione agli Ufo, veterani hard rock di lungo corso che rientrano perfettamente nella casistica in questione. Per motivi anagrafici ho accompagnato la loro lunga parabola praticamente dall'inizio alla fine, ed ora li ritrovo alle prese con una seconda giovinezza che vanta già alcuni anni di ripresa delle attività. Anche se non li considero fondamentali al pari di altri giganti loro contemporanei è indubbio che si tratti di una formazione di grande levatura, in grado di vantare una carriera che per lungo tempo ha viaggiato su livelli qualitativi più che buoni. Un nome importante in ambito rock, ora nuovamente sul mercato addirittura con una duplice realizzazione. Un'accoppiata formata da un dvd, il primo in assoluto per il gruppo, e dal presente doppio cd dal vivo, entrambi intitolati "Showtime" e ricavati da un concerto svoltosi in Germania lo scorso anno. Gli Ufo attuali sono composti dallo storico trio di fondatori Way-Mogg-Raymond, al quale si affianca un'altra vecchia volpe come il chitarrista Vinnie Moore ed il giovane Jason, rampollo della famiglia Bonham, alla batteria. Questo "Showtime" ha un primo pregio nella registrazione eccellente, un live dai suoni mirabilmente cristallini secondo la tendenza moderna, ed un secondo nella scaletta dei brani ben ponderata in modo da coprire sia il passato glorioso che la produzione più recente, magari non brillante come un tempo ma sicuramente dignitosa, vedi episodi come "When daylight goes to town","Baby blue" o "Mr. freeze". In ottica generale si tratta di un prodotto valido, una sorta di antologia che permette uno sguardo panoramico sugli Ufo di ieri e di oggi, ma soprattutto ci offre un ora e mezza di quell'elegante hard rock al quale il gruppo ci ha abituato.Non posso però concludere tacendo sulla mia strisciante sensazione che questo tipo di lavori, e "Showtime" non fa eccezione, esprimano un'intensità paragonabile a quella di una commedia replicata milioni di volte, dove gli attori conoscono le battute a memoria e le recitano in modo professionale, ma con emozione, trasporto e coinvolgimento ben diversi dal periodo degli esordi. Non che sia spiacevole ascoltare questi maturi signori intonare cavalli di battaglia come "Rock bottom" o "Doctor doctor", ma la tecnica ancora all'altezza non riesce a mascherare il fatto che gli Ufo contemporanei sono un'altra cosa rispetto quelli che hanno composto tali memorabili canzoni. Per chi è interessato alla vera essenza della band consiglio di recuperare i lavori più antichi, invece per i fans di lunga data "Showtime" sarà un utile completamento della discografia.