Ricordo ancora l'entusiasmo provato nell'ascoltare "Keep it True", prima uscita di un certo livello dei
Majesty, da sempre guidati da Tarek "MS" Maghary, che li ha fondati nel 1997. Il loro vero debutto, "Sword & Sorcery", non ebbe però la stessa presa. Era indubbiamente una fervida dimostrazione di devozione alla fede del metal (ed i Majesty non hanno mai nascosto la propria fedeltà nei confronti dei Manowar), eppure non hanno mai dato l'impressione di poter emergere dalle seconde linee del fronte metallico.
"Hellforces" non cambia lo scenario: un album di "vero" Heavy Metal, che già dalla titletrack evidenzia come all'ispirazione verso i Metal Kings si uniscano soluzioni tipicamente teutoniche (su tutti Accept e Grave Gigger).
Ci s'imbatte poi nel convincente andamento marziale di "Dance With The Demon" ma anche nella banale "Heavy Metal Desire", mentre una "Sons Of A New Millennium" non avrebbe assolutamente sfigurato sulle ultime uscite degli UDO. Epica e trionfale, "March For Victory" chiude onestamente la prima metà di quest'album, anticipando uno dei pezzi più avvincenti e rocciosi: "Like a Raptor" dove i Majesty danno prova di come il loro patrimonio genetico discenda da "Restless and Wild". Un DNA arricchito dal Power Metal più epico ("Guardians of the Dragon Grail", con tanto di voce femminile nel finale) e melodico (la ballad "Freedom Heart") e che poi si rifà arcigno con le cadenzate "Fight Forever" e "Nowhere Man" (quest'ultima con inaspettati inserti di synth ed effetti vocali), per ritornare al punto d'origine con la conclusiva "Metal Law 2006", che in questa sua nuova interpretazione (era l'unico inedito sul doppio live uscito un paio d'anni fa) si giova della presenza di Udo Dirkschneider. In realtà degli Accept ritroviamo anche Stefan Kaufmann, al quale è stato affidato l'incarico di produrre "Hellforces".
Un album sanguigno e destinato sopratutto ai true defenders, dove i riffs ed i fraseggi tra le chitarre di Rolf Munkes e Björn Daigger ne costituiscono gli elementi vincenti, ma anche Tarek Maghary fa una discreta figura.
Eppure neppure stavolta (e nemmeno con l'appoggio "delle forze dell'inferno") credo che i Majesty finiranno per spalancare la fatica breccia...
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