Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2019
Durata:23 min.
Etichetta:War Against Yourself

Tracklist

  1. DAG 1
  2. DAG 2
  3. DAG 3
  4. LPT
  5. DESCENDING INTO DARKNESS
  6. DRÖMLIK EUFORI (UNRELEASED FROM 'LÄNGTAN')

Line up

  • 145188: vocals, guitars, lyrics
  • D. Franzén: drums

Voto medio utenti

Tornano gli svedesi Vanhelga con la ristampa rimasterizzata di questo ep uscito in origine nel 2014.
Il disco é una tappa importante, non solo a livello musicale, ma anche concettualmente é impegnativo.
Perché l’acronimo da cui prende il titolo significa “ricovero coatto in struttura psichiatrica”, che è un dispositivo di legge del governo svedese, per chi ha problemi legati a patologie psicologiche o psichiatriche.
Questo programma riabilitativo, ha coinvolto in qualità di “ospite” uno dei membri della band che attraverso questo disco ha raccontano la sua discesa nel dolore e la sua risalita.
E’ come seguire un flusso continuo di musica che é collegata tra di essa attraverso i giorni partendo dal brano “Dag 1” fino al terzo giorno.
I brani sono una stupenda opera doom dolorosa, ricchi di melodia melanconica e parole sussurrate o recitate.
La musica, lenta, ma non angosciante, colpisce a livello emotivo; si sente il dolore che l’artista ha provato, ma al contempo una voglia di rinascita e rabbia provata attraverso accelerazioni rabbiose come nel brano “Dag 3”.
La titletrack é un up tempo dalle influenze doom/black metal per l’uso delle chitarre e la melodia dissonante che poi apre a squarci acustici melodici supportati dalle chitarre elettriche.
Il brano ha un andamento veloce ma con cambi di tempo lenti in modo che la melodia entri in circolo e salga il pathos emotivo.
Il pezzo più disturbante é il conclusivo “Descending into darkness”, un brano interamente strumentale, suonato solo da un piano riverberato che compone melodie dissonanti.
Un gran bell’omaggio per farci comprendere, citando il grande scrittore italiano Carlo Emilio Gadda, la cognizione del dolore.
Un dolore palpabile, rabbioso ma con un lato positivo di lenta rinascita, un disco da avere e conservare nell’anima oltre che nel cuore.
Recensione a cura di Matteo Mapelli

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