I
Redscale sono una giovane band di Berlino, che ci propongono un album pienamente e classicamente stoner-rock. I turgidi riff potrebbero essere quelli dei Lonely Camel o degli Astrosoniq, il groove incalzante è quello che ci aspettiamo in un disco del genere, la voce potente ed irsuta dal retrogusto southern ricorda quella di “Mad” Dee Calhoun. Tutti elementi che non possono sorprenderci, ma che la formazione tedesca interpreta con buona proprietà nel songwriting, onesta attitudine e, perché no, un pizzico di freschezza d’idee.
Se la title-track è un lungo trattato stoner con derive psych, la successiva “
Hydra” mostra i muscoli grazie ad un tiro massiccio e diretto. “
Unstuck in time” è un dirty rock crudo ed affilato, mentre “
The hard rain” odora di Kyuss lontano un miglio con un pizzico di cattiveria in più. C’è anche uno slow notturno e sofferto dalle vibrazioni bluesy, “
Bells of war”, mentre “
Cold dawn” è un heavy rock dal taglio americano che mi ha ricordato gente come Thulsa Doom o Dirty Rig. L’album si chiude con lo strumentale doomeggiante “
Ashes”, con un buon operato della coppia di chitarre, e con la lunga cavalcata “
Phoenix” che coniuga tonalità più tenui e malinconiche a robuste esplosioni metalliche.
Una band che potrebbe tranquillamente venire dagli Usa anziché dalla Germania, tanta è l’influenza su questi ragazzi del moderno stoner-rock americano. Ottima l’interpretazione vocale, buona quella strumentale, discreto il songwriting pur senza particolari picchi di originalità.
Se cercate un valido disco di stoner ruvido e potente, pieno di groove e tensione, i
Redscale fanno al caso vostro.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?