Copertina 7,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2019
Durata:49 min.
Etichetta:Metal Blade Records

Tracklist

  1. THE SHADOWWORK
  2. BLADES OF BETRAYAL
  3. FANG AND FUR
  4. VIOLENCE (IS GOLDEN)
  5. THE TRAP
  6. NO REFUGE
  7. SPIRIT REAPER
  8. YOU ALL LEAVE
  9. RAVNFELL

Line up

  • Morgan Petterson: drums
  • Oscar Carlquist: vocals
  • Harry Granroth: guitars
  • Tobias Petterson: bass
  • Martin Jonsson: guitars

Voto medio utenti

Ci sono delle costanti che, nel nostro piccolo mondo virtuale di Metal.it, si vanno a creare nel corso degli anni, delle consuetudini che si cementano fino a diventare dei piccoli "meme". Così come quando esce un disco dei Sacred Steel mi piace urlare "il gattoooo, IL GATTOOOO", quando è la volta dei Crystal Viper mi sbilancio in un "bonaaaa, mille volte bonaaaa" ovviamente rivolto a quella bellezza di Marta Gabriel, beh quando tocca a loro non posso che iniziare come, tanti anni fa, scrisse un nostro carissimo utente sul forum:

RAM: LA SVEZIA HA VINTO.

Sono passati quasi 10 anni da quel post, tanti utenti sono scomparsi nel tempo, noi abbiamo cambiato 2 volte nome, sito e grafica, il nostro staff si è rivoluzionato, c'è stato l'avvento prima ed il predominio poi di tutti i vari social ma una cosa di certo non è cambiata, ovvero l'atteggiamento dei RAM verso la musica, legati a doppia mandata a quel true heavy metal che ne scandisce la carriera sin dal primo EP "Sudden Impact" del 2003 che il nostro vate Ermo, a suo tempo, segnalo' come un episodio stupefacente da parte di una band da tenere sott'occhio.

RAM, la Svezia ha vinto davvero; oggi giungiamo al loro sesto full-length, non siamo ai livelli del loro piccolo capolavoro "Lightbringer" del 2009 ma di certo questo "The Throne Within" è una bomba HM ad alto concentrato di metallo fuso, di poco superiore al loro precedente "Rod" e quasi al livello del bellissimo "Svbversvm".

Devozione totale per il metallo anni '80, suoni che strizzano costantemente l'occhio al passato ma non obsoleti (niente sonorità alla Chevalier, tanto per intenderci), un mix tra un sound debitore della scuola Priest e NWOBHM con una spruzzata di epicità, meno sguaiati dei cugini Wolf (per inciso, altra band che adoro) che non riuscirebbero mai a scrivere un brano delicato e sognante, ed allo stesso tempo oscuro e malevolo, come l'intensissima "You All Leave", senza dubbio insieme all'anthemica "Spirit Reaper", "The Trap" e la conclusiva "Ravnfell" uno degli highlight di un disco che va preso tutto insieme, tutto d'un pezzo sebbene maggiormente convincente nel "lato B", nuovamente dalla durata PERFETTA di 49 minuti, dalla copertina eloquentemente dark, insomma tutti gli elementi per un disco vincente ci sono dall'inizio alla fine.

A deliziare i più feticisti come il sottoscritto, una line-up stabilissima che dal citato "Lightbringer" ha cambiato solamente un elemento, e l'accoppiata di sempre Granroth-Carlquist a garantire rispettivamente una colata di riff diretti, mai banali ed efficaci ed un timbro vocale aspro e graffiante che sin dall'opener "The Shadowwork" mettono tutte le carte in tavola.
- Tastiere e cori pomposi? Non ce ne sono!
- Voci femminili e aperture sinfoniche? Nemmeno!
- Growl, screaming vocals ed ammiccamenti ai Depeche Mode? Figuriamoci!!
- Spade che cozzano, invocazioni magiche o cori zuccherosi? Banditi!
Qui troviamo solo del sano Heavy Metal!
Poco altro da dire: i RAM sono una delle migliori band di VERO heavy metal attualmente in circolazione: sta solo a noi ultimi difensori della fede tributargli il giusto omaggio e la nostra approvazione.

"When Maiden and Priest are gone, don't fear: RAM is still here".

Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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