Copertina 7,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2019
Durata:58 min.
Etichetta:Avantgarde Music

Tracklist

  1. DE DINCOLO DE MUNTE
  2. PUHOAIELOR
  3. MISTUIND
  4. BRADUL CERBULUI
  5. JALE
  6. DOR AUSTRU
  7. IN TIMP VERNAL
  8. JABRACIE

Line up

  • Ovidiu Corodan: bass
  • Nadaban Sergiu: drums
  • Ionut Cadariu: flute
  • Mihai Florea: guitars
  • Petrică Ionuţescu: traditional instruments
  • Tibor Kati: vocals, guitars, keyboards
  • Stefan Zaharescu: vocals, percussion, toacă

Voto medio utenti

Ci sono due aggettivi per definire questo gran bel lavoro: epico e solenne.
Perché questo disco, che profuma di terre lontane, non potrei trovare aggettivi più calzanti di questi due.
Ma dietro il nome, si nascondono delle vecchie conoscenze del metal estremo, perché qui abbiamo gli ex Negura Bunget, che hanno voluto trovare una nuova casa in senso artistico dopo la morte di Gabriel Mafa, ovvero il leader Negru.
Ma lo spirito della band madre aleggia forte in questa nuova creatura, che ha partorito questo esordio unendo tradizione, anima folk e scossoni black metal.
Basta l’opener “De dincolo de munte” a risvegliare un ricordo; partenza con strumenti tradizionali, chitarre acustiche e voci pulite e un’anima slava di sottofondo.
Grande lavoro delle voci e degli strumenti tradizionali a comporre la melodia, che viene irrobustita con un mid tempo solido e quadrato con un growl potente ed epico.
Puhoaielor”, viene introdotta da campanacci per poi partire con un up tempo serrato e con flauti.
Ma ci sono anche momenti di calma apparente, dove le chitarre affievoliscono l’impatto con delle tastiere e strumenti tradizionali a fare capolino, ma l’aria sinistra e maligna é ben presente con un riffing scuro e interventi tra voci pulite e growl.
La batteria potente con le percussioni rendono ancora più tribale e solenne il brano, un abile mix di assalto implacabile e orgoglio.
Bradul cerbului”, sembra prog con quegli interventi di synth atmosferici e dissonanti, mentre un flauto con percussioni apre ad un up tempo trascinante e ricco di atmosfera antica.
Poi ecco l’attacco veloce in doppia cassa, i riffing che si fanno più dissonanti e il growl profondo; ma ci sono anche porzioni di epicità ad ampio respiro con cori puliti e strumenti folk a dare un tappeto ritmico sacrale.
Jale”, é l’unico brano dove l’anima tradizionale, orgogliosa, calda e affascinante prende il sopravvento.
Qui si toccano punti di emozione, orgoglio e solenne struggimento nei vocalizzi del singer; con un tappeto di tastiere, strumenti acustici che ricamano armonie e profumi dell’est Europa.
In timp vernal”, riprende a innervare la corrente musicale con dosi estreme, con sapienza in questo mid tempo.
Le chitarre ricamano accordi lontani e il growl la fa da padrone con interventi in scream; c’è anche un cambio di tempo veloce e diretto con blast beats e tastiere in sottofondo.
Ma il brano devia anche verso soluzioni solenni, imponenti, lente dove l’anima folkloristica, e il sapore della terra natia esce con un flauto che svolazza libero in mezzo a riff pesanti e melodie acustiche, che procedono con voci pulite epicheggianti.
Un lavoro intenso, veramente intenso, che cresce con gli ascolti; i nostri prendono lo spirito ereditato della band madre e i sapori della propria patria in un legame vivo e pulsante, da avere.
Recensione a cura di Matteo Mapelli

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