Devo dire la verità: a livello superficiale
"Apotheosis", terzo lavoro per i britannici
Necronautical, non ha niente che non va.
Registrazione "bombastica", alternanza tra melodia e partiture più feroci, padronanza degli strumenti, artwork d'effetto, atmosfere in bilico tra eleganza e notte profonda.
Insomma tutto al posto giusto per un disco di black metal sinfonico.
In superficie però.
Al mio orecchio, purtroppo per loro,
"Apotheosis" suona vuoto e privo di anima perché il gruppo si limita a svolgere il compito senza aggiungere nulla di suo, nulla di veramente sentito.
In cinquanta minuti ascoltiamo i "soliti" riferimenti ai Dimmu Borgir ed ai Cradle of Filth, non ci facciamo mancare i cori monastici che vanno tanto di moda, concediamo tanto, ma tanto, al pubblico "distratto", a quel pubblico cioè che consuma un album come io potrei consumare un fazzoletto per il naso, visto che ci siamo buttiamo dentro anche riferimenti al death metal (e qui qualcuno avrà capito che i Behemoth stanno facendo tanti danni alla scena), facciamo di tutto, in pratica, per piacere al maggior numero di persone.
Però, questo è, dovrebbe essere, un album di black metal, e un album di black metal che vuole piacere a tutti i costi ha perso in partenza. Punto.
Ora, è chiaro che in giro troverete roba molto peggiore dei
Necronautical, ed è altrettanto chiaro che
"Apotheosis" si lascia ascoltare, ma a me non la fate, sono troppo anziano per poter apprezzare un lavoro costruito (bene) a tavolino e senza anima, un lavoro buono per chi crede che queste sonorità siano l'estremo e consentano di sentirsi cattivi.
Mi dispiace ma il vero black metal, sinfonico o non che sia, sta da altre parti, non qui e non oggi.
Plastica confezionata benissimo, accattivante, ma sempre plastica, ciao.
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