Quaranta secondi di delicato arpeggio dell'opener "
Embrace the Fury" (se escludiamo la brevissima intro "
Collapsing Theory") seguito da un tapping melodico potrebbero trarre in inganno l'incauto ascoltatore di "
Dark Mother", secondo album della band romana
5rand che in realtà subito dopo mostra una natura a dir poco aggressiva, seppure stemperata in diversi modi e forme: il death metal dei nostri è di taglio decisamente moderno, lontano anni luce da quella corrente svedese che ha fatto scuola negli ultimi due decenni, e lo si capisce subito dal sound delle chitarre, oltremodo ribassate e grasse, che conferiscono tutt'altra ambientazione al sound dei 5rand rispetto ai grandi maestri del genere: produzione ottenuta peraltro da
Marco Mastrobuono, già al lavoro con band affermate come
Fleshgod Apocalypse e
Hour of Penance ai Kick Recording Studio e Bloom Recording Studios e poi masterizzata dal famoso
Jens Bogren ai Fascination Street Studios.
D'altra parte abbiamo la voce di
Julia che con i suoi differenti registri permette un notevole eclettismo dato che si passa senza alcuna incertezza da un growl piuttosto convincente alle clean vocals ancor più riuscite e su questa alternanza il resto della formazione plasma e modella dieci brani tutti convincenti, quando più quando meno, in cui la band cerca di mettere sempre del suo non limitandosi ad imparare la lezioncina altrove e riproporla "para para" sul proprio album.
A fronte di questo inaspettato ma gradito carisma, un punto forte su cui vorrei soffermarmi è il timbro pulito di Julia che, a differenza di quasi tutte le sue colleghe, è molto "maschile" e ben si confa' allo stile ed alle composizioni dei 5rand; accanto a questo, sono da lodare gli assoli sempre taglienti ed efficaci ad opera di
Pierluigi Carocci nonchè la terremotante sezione ritmica dell'accoppiata Zito/De Carolis che se ci fosse stato un
Rhys Fulber in cabina di regia i nostri avrebbero assomigliato molto ai
Fear Factory di "
Obsolete", come ci dimostra l'incipit di un brano come "
Blind Addiction".
In generale proprio i Fear Factory, assai più che i vari
Dark Tranquillity, vecchi
In Flames e blablabla, sono maggiormente da accostare ai mio avviso ai 5rand a livello di ritmiche e sound, insieme ai
Testament più recenti era "
Dark Roots of Earth" e gli sconosciuti tedeschi
Deadlock, tranne ovviamente quando i nostri spostano il tiro sul lato melodico della loro proposta, quando i sempreverdi echi maideniani emergono dagli assoli o dalle armonie scelte dai nostri; quelle atmosfere ed ambientazioni claustrofobiche care al quartetto di Los Angeles esce prepotente qua e la', come possiamo ascoltare all'inizio di "
Old Angel Midnight" che pare uscito dalla soundtrack del film Resident Evil.
Qualche brano più ordinario e banale come "
Before the Flood" e si arriva alla conclusione con "
Silent Spring", pezzo arrangiato da
Francesco Ferrini ovvero il tastierista dei Fleshgod Apocalypse, in cui ritroviamo le medesime sensazioni che ci erano scaturite da dentro durante il passaggio di "Old Angel Midnight" ed in cui apprezziamo, ancora una volta, i vocalizzi gravi e cupi di Julia Elenoir quando decide di abbandonare il growl: che sia proprio questa la strada migliore per i 5rand? Forse sì, ma a nostro avviso senza esagerare e snaturarsi eccessivamente, tenendo unicamente gli adattamenti apocalittico-depressivi (meraviglioso il finale draconiano, in tutti i sensi), a meno di non caricare eccessivamente un disco oltre una o due scelte del genere.
"
Dark Mother" è in ogni caso un lavoro molto cresciuto rispetto al proprio predecessore che dimostra una maturazione indubbia e promette molto per il futuro.
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