Copertina 6

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2019
Durata:43 min.
Etichetta:Terratur Possessions

Tracklist

  1. AS KALEIDOSCOPE PATTERNS ARISE
  2. UNWIND THE GAP ANEW
  3. TO SLEEP IN VERMIN VELVET
  4. ERODING PASSAGE
  5. CLOAK OF UNBOUND FEARS
  6. EYERS OF STONE

Line up

  • Teeth: bass, vocals
  • Spectres: guitars, vocals
  • Talon: drums
  • Neidr: guitars

Voto medio utenti

Dopo 10 anni passati nel più puro underground a incidere demos ed eps, gli austriaci Kringa giungono al sospirato debut per la Terratur Possession, etichetta che ha ha fatto dello scouting di qualità un vero e proprio marchio di fabbrica … La label norvegese sembra credere molto in questa band, infatti contemporaneamente al debut album verranno ristampati i due ep “Total Mental Desecration” e “Through The Flesh Of Etereal Wombs” … merita tutta quest’attenzione e questo supporto il quartetto austriaco ? Sinceramente non direi, o meglio, alla fine dell’ascolto di “Feast Upon The Gleam” non è che sia rimasto così entusiasta da ordinare subito l’album, né, ancora meno sono stato invogliato ad andare a studiare a ritroso la loro storia … Perché? Perché i Kringa suonano una sorta di pagan black metal mid tempos oriented con venature folk che non ha niente di originale, niente di fresco o frizzante, e in definitiva il loro sound mi ha scosso e coinvolto veramente poco durante tutto l’ascolto dell’album. A voler essere proprio puntiglioso mi è piaciuta l’opener “As Kaleidoscope Patterns Arise” fino a quando non sono arrivati dei ridicoli cori pagani a dare al pezzo un flavour veramente pacchiano ed amatoriale e il riff iniziale, di matrice stoner di “Cloak Of Unbound Fears” … Se le parti “segnanti” sono un po’ poche per dire che l’album sia di valore, è altrettanto vero che l’ascolto dell’album fila via liscio, senza particolari demeriti e senza che ci siano momenti particolarmente scandalosi … Un debut senza infamia e senza lode, che merita certamente la sufficienza piena, ma che non da nessuna certezza per il futuro, né tanto meno fa vedere un futuro particolarmente brillante … Probabilmente l’underground resta ancora il loro habitat naturale …

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