Dopo 10 anni passati nel più puro underground a incidere demos ed eps, gli austriaci
Kringa giungono al sospirato debut per la
Terratur Possession, etichetta che ha ha fatto dello scouting di qualità un vero e proprio marchio di fabbrica … La label norvegese sembra credere molto in questa band, infatti contemporaneamente al debut album verranno ristampati i due ep
“Total Mental Desecration” e
“Through The Flesh Of Etereal Wombs” … merita tutta quest’attenzione e questo supporto il quartetto austriaco ? Sinceramente non direi, o meglio, alla fine dell’ascolto di
“Feast Upon The Gleam” non è che sia rimasto così entusiasta da ordinare subito l’album, né, ancora meno sono stato invogliato ad andare a studiare a ritroso la loro storia … Perché? Perché i
Kringa suonano una sorta di pagan black metal mid tempos oriented con venature folk che non ha niente di originale, niente di fresco o frizzante, e in definitiva il loro sound mi ha scosso e coinvolto veramente poco durante tutto l’ascolto dell’album. A voler essere proprio puntiglioso mi è piaciuta l’opener
“As Kaleidoscope Patterns Arise” fino a quando non sono arrivati dei ridicoli cori pagani a dare al pezzo un flavour veramente pacchiano ed amatoriale e il riff iniziale, di matrice stoner di
“Cloak Of Unbound Fears” … Se le parti “segnanti” sono un po’ poche per dire che l’album sia di valore, è altrettanto vero che l’ascolto dell’album fila via liscio, senza particolari demeriti e senza che ci siano momenti particolarmente scandalosi … Un debut senza infamia e senza lode, che merita certamente la sufficienza piena, ma che non da nessuna certezza per il futuro, né tanto meno fa vedere un futuro particolarmente brillante … Probabilmente l’underground resta ancora il loro habitat naturale …
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