Sulla copertina c’è scritto
Divided Multitude, ma in realtà si tratta di una formazione - e di un sound - piuttosto lontani da quelli del precedente lavoro datato 2015.
Partendo sempre da una solida base di scuola
Nevermore ed
Evergrey (
“Faceless Aggressor”, “Out Of The Ashes”), oggi i norvegesi - orfani di una tastierista di ruolo e con un nuovo e dotato cantante di nome
Jan Thore Grefstad - hanno un approccio sicuramente più “quadrato” e tendente al power e all’hard rock, aspetto evidenziato da tracce quali
“Counterparts” ed
“Evolve”.
Si percepiscono le influenze dei
Dream Theater dell’era
Portnoy (
“Prosperity Divine”, “False Prophecy” e la lunga e sfaccettata
“Psalm Of A Soldier”, debitrice di
“A Change Of Seasons”) ma è in episodi come
“Uninvited” che la band dà il meglio di sé in termini di originalità e gusto.
Diverso da
“Divided Multitude”, non necessariamente migliore o peggiore, ma alle mie orecchie un gradino sotto.
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