“
Uno degli album di debutto più promettenti dell'anno.”–
Sweden Rock Magazine"
I fan dai Battle Beast ai Gloryhammer si sentiranno a casa con WE WILL RISE!" –
Sebastian Kessler, METAL HAMMER“
Finalmente dell'innovazione nel genere a volte molto uniforme del power metal.” –
Rock It!"
L’incontro delle generazioni. Un album di debutto intrigante che risveglia l'appetito per le esibizioni dal vivo della band." –
Orkus!“
Un debutto di successo, di cui l'impresa familiare può andare fiera" –
Sonic Seducer“
Un fondamentale nuovo arrivato.” –
Rock Tribune“
We Will Rise” è già uno degli album melodic metal migliore del 2019!” -
AARDSCHOK“
Un'opera eccellente." –
Games, Brains & Headbanging Life UKQueste sono le lusinghiere opinioni che "
We Will Rise", debut album del quartetto svedese
Tungsten, ha ottenuto alla sua pubblicazione.
Siccome avrete sicuramente notato che il voto in calce non è allineato non vorrei pensaste che a noi di
Metal.it "puzza il culo" o che la parte del bastian contrario alla fin fine diverta: nulla di più lontano dalla verità, cerchiamo sempre di esprimere con coscienza ciò che un disco ci comunica.
E personalmente trovo che i 45 minuti di "
We Will Rise" non siano altro che una furba trovata studiata a tavolino nei minimi dettagli.
Tutto suona terribilmente artefatto, a partire dalla composizione della band ad opera di
Anders Johansson (ex drummer di
Hammerfall ed
Yngwie Malmsteen's Rising Force) che un giorno decide di dare una possibilita ai propri rampolli
Karl e
Nick dopo aver ascoltato le loro composizioni completando la lineup con il singer
Mike Andersson (
Cloudscape,
Fullforce), sino ad arrivare alla proposta musicale.
Sì perchè tralasciando il resto è proprio nelle 12 tracce che compongono il lavoro il vero punto dolente del disco: manca completamente il mordente, c'è un piattume diffuso che banalizza ogni soluzione presentata. Abbiamo accenni di power melodico di stampo nord-europeo, spruzzate generose di tastiera, coretti pomposi e ritornelli accattivanti ma il tutto suona artificiale, poco spontaneo e senza quel cuore che dovrebbe sempre pulsare potente in un disco.
A ciò - forse per accattivarsi anche la benevolenza delle nuove leve- i
Tungsten affiancano sonorità più elettroniche e danzerecce (alla
Rammstein per intenderci) e persino industrial ("
The Fairies Dance" e "
Sweet Vendetta"), un espediente che confonde maggiormente le idee su dove realmente vogliano andare a parare.
E non è certamente facendo la faccia cattiva con qualche "fuckin'" infilato nel mid tempo di "
Impolite" che il giudizio complessivo può cambiare.
Ad impreziosire ulteriormente la "forma" - laddove appunto purtroppo manca la sostanza- l'artwork di "
We Will Rise" è curato da uno dei migliori artisti in circolazione: quell'
Andreas Marshall che ha firmato cover sensazionali per band del calibro di
Blind Guardian, Obituary ed
Hammerfall.
Nulla insomma è stato lasciato al caso al fine di fare bella figura e di impressionare il pubblico, purtroppo però anche nella vastità dell'oceano la plastica viene sempre a galla e riconoscerla non è affatto difficile.
Per quanto mi riguarda la mia avventura con i
Tungsten termina qui.
Tungsten - "The Fairies Dance"