"Led Into Exile" è un concept album ambientato nell'ostico territorio di Finnmark in Svezia e ci racconta le difficoltà di vivere in un ambiente poco ospitale e di tutte le fatiche ad esso connesse.
Parla anche di perdita e forte volontà di isolarsi da un mondo folle sull'orlo della distruzione.
A fronte di argomentazioni di questo tipo, gli
V scelgono, musicalmente parlando, di esprimersi attraverso una sorta di doom / post metal che io ho trovato piuttosto "confuso" e molto di rado messo a fuoco.
Voglio dire, un conto è cercare di risultare originali, un altro è scrivere brani che, a volte, ti portano alla mente i Kyuss e lo stoner rock, altre rimandano ai Neurosis, altre ancora fanno riferimento all'epic doom dei Candlemass e, giusto per non farsi mancare nulla, in alcune occasioni abbiamo rimandi al neofolk (
"None Shall Rise Again" è un pezzo per voce e chitarra che non centra niente con tutto il resto) e, addirittura, al jazz (la parte finale della title track).
Insomma, come anticipato, la confusione, a mio modesto parere, regna sovrana.
A tutto questo dobbiamo anche aggiungere l'andamento constante in mid tempos, una voce distorta che non si sposa con la base musicale, una pesantezza di fondo difficile da sopportare, quando non retta da idee vincenti, per capire come l'ascolto dell'album risulti davvero tedioso e poco appagante.
Fortunatamente abbiamo solo sei canzoni ed una durata complessiva di quaranta minuti: almeno la sofferenza, la mia sofferenza, è stata breve.
Forse a qualcuno
"Led Into Exile" potrà risultare interessante: per me, invece, che sono vecchio e stanco è risultato insopportabile.
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