Nuovo album per la formazione di Breda, Olanda, che si sta facendo largo nei meandri del complesso genere post-metal. Cinque lunghi ed articolati brani, rigonfi di stimolazioni black, doom, sludge, che veicolano un'atmosfera claustrofobica sospesa tra la potenza heavy e le allucinazioni dell'oscurità più profonda. La cupezza abissale delle strutture sonore ricorda i Neurosis più ostici, i passaggi maggiormente rarefatti evocano gli Isis, mentre l'eccellente prestazione della vocalist
Silvia alterna con scioltezza parti limpide ed evocative, pesantezze sludgy e screaming black metal. Questo, unito alla flessibilità dei brani, talvolta ermetici talvolta esplosivi, crea una sensazione di estrema opprimenza che immerge l'ascoltatore in una tenebra sinistra, maligna e piena di disperazione. Se si può fare un appunto ai
The Fifth Alliance è che le cinque tracce finiscono per somigliarsi parecchio, visto che la miscela sonico-atmosferica viene riproposta sempre nella stessa maniera. Ma l'effetto è comunque sostanzioso, disturbante ed adeguatamente estremo.
"
Black" è il pezzo più riuscito, col suo andamento a crescere ed una prima parte molto doom, desolata e sciamanica, che si trasforma in un furioso e devastante assalto black/death metal, insieme alla successiva e sfibrante "
Hekate", che è un lungo percorso stordente gravido di malignità, accelerazioni parossistiche e sospensioni liquide.
Post metal come sintesi di varie influenze, tetro ed estremo, riflessivo e furioso, una risacca emotiva che esprime allo stesso tempo rabbia iconoclasta ed abbandono abissale. Strutturalmente un po' monocorde, ma rimane una prova efficace e riuscita.
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