Copertina 7

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2019
Durata:47 min.
Etichetta:Pure Steel Records

Tracklist

  1. GHOSTS OF WAR
  2. QUEEN OF THE RIDE
  3. REDMAN
  4. SEA OF HOPE
  5. EMERALD GOD
  6. TOURNIQUE
  7. ALL I NEED
  8. HELL ON EARTH
  9. '79 REVISITED
  10. SET THE STAGE ALIGHT (BONUS TRACK)
  11. G.O.W. REPRISE (BONUS TRACK)

Line up

  • Danny Hynes: vocals
  • Jeff Summers: guitar
  • Tony Forsythe: bass
  • Darren Lee: drums

Voto medio utenti

Le origini della formazione britannica Weapon Uk risalgono al principio degli anni '80, quando il chitarrista Jeff Summers ed il cantante Danny Hynes danno vita alla band nel segno della NWOBHM. Dopo una partenza positiva ed incoraggiante, problemi di line-up e soprattutto manageriali pongono una fine prematura all'avventura del gruppo. Il loro nome si perde nei meandri del tempo, lasciando ben poche tracce della sua esistenza. Ma con l'avvento del nuovo millennio e la sua ondata di revivalismo musicale, i due musicisti decidono di rifondare la band e pubblicano nel 2014 "Rising from the ashes", il quale ottiene un discreto successo di critica e pubblico. Ora esce un secondo album, "Ghosts of war", per la Pure Steel Records.
L'indirizzo stilistico non è cambiato di una virgola: classic metal alla maniera di Saxon, primi Iron Maiden, Vardis, Crossfire, ecc, costituito da riff graffianti, mid-tempo battenti, assoli puntuali ed attitudine melodica. Cose che ci riportano inevitabilmente agli eightees, ma fatte da gente che all'epoca calcava i palchi insieme a Motorhead e compagnia.
Robuste cavalcate metal dal timbro guerresco ("Ghosts of war", "Sea of hope", "Hell on earth") abbellite da qualche inserto riflessivo, incisivi up-tempo da headbanging ("Queen of the ride", "'79 revisited"), ma anche una ballatona old school dal retrogusto british-folk ("Redman"), costituiscono gli ingredienti di un lavoro che punta ad un audience di cultori dell'heavy metal delle origini. La solida sezione ritmica sostiene con precisione l'ispirato chitarrismo di Summers e la voce, pacata ma gradevole, di Hynes. C'è qualche brano dove l'influenza delle grandi band dell'epoca risulta fin troppo evidente, ma è quasi inevitabile quando veterani come questi ritornano in pista. Da segnalare che nella versione vinile dell'album è presente come bonus track un vecchio classico del gruppo, la scatenata "Set the stage alight".
Dunque un opera onesta e sincera, non eccezionale ma comunque meritevole d'interesse se amate l'heavy che più classico non si può.

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