28 anni sono una vita intera.
Una vita piena di speranze, di gioie, di entusiasmo, di emozioni.
Quando per 28 anni desideri ardentemente qualcosa, la volta che poi si verifica...non è mai all'altezza di come speravi fosse, di come te lo immaginavi. Avevo 14 anni quando comprai la cassettina di "
Live in the UK" e rimasi immediatamente stregato da quell'evento, sperando in tutto questo tempo che prima o poi spuntasse fuori la registrazione integrale di quel concerto. Avevo già adorato alla follia le uscite con
Kai Hansen dietro al microfono e la svolta dei Keeper mi marchiò a fuoco per tutta la vita, con
LUI alla voce, LUI che per me divenne la voce del metal.
Poi le delusioni mortali prima di "
Pink Bubbles", con l'affronto della zucca sostituita da pesci e uova al tegamino, e poi di "
Chameleon", prima dello sfascio totale. E poi la rinascita inaspettata con il nuovo corso di
Andi Deris che ha ridato lustro agli
Helloween, tra dischi indimenticabili come "
Time of the Oath" e "
Better Than Raw" ed altri decisamente meno riusciti come "
Keeper 3" (che bestemmia!) o gli scialbi "
My God-Given Right" e "
7 sinners".
Insomma, nonostante tutto l'aura dei Keepers ha aleggiato costantemente su di me, probabilmente i dischi che ho più ascoltato in tutta la mia vita e riuscire a vedere Kiske dal vivo cantare quegli inni era senza dubbio il sogno più ambito ed irraggiungibile.
Quel 18 novembre del 2017, a Milano, non è stato come pensavo.
Certo, mi è piaciuto, ho cantato a squarciagola, sapevo tutti i testi a menadito (tranne quelli dei brani post "
Gambling with the Devil", ultimo disco che abbia convinto pienamente delle zucche) ma... quell'emozione trascinante che ti prendeva dallo stomaco, che ti faceva venire le palpitazioni, che avevo immaginato per una vita intera, quella non c'era.
Qualcosa non è andato come pensavo, e quel qualcosa ero io.
Ho desiderato qualcosa così tanto per 28 anni che non solo l'ho mitizzata all'inverosimile, immaginandomi sempre un Kiske magro, biondo e con i suoi capelli lunghi ed un Kai Hansen senza toupè rosa shocking ma con i suoi riccioli naturali, ma non rendevo conto che Gianluca nel frattempo non era più un ragazzino esagitato di 14 anni ma un 42enne attempato, certamente sempre innamorato della musica, dell'heavy metal e degli Helloween, ma senza dubbio in maniera diversa.
Allo stesso modo, un Graz 44enne non riesce a perdere la testa per quello che è un live che anni fa avrebbe bramato fino allo spasimo.
"
United Alive In Madrid", o la sua controparte video DVD/BlueRay senza il suffisso spagnoleggiante, è un live estremamente ben realizzato e quel che più conta è coinvolgente, mixato in maniera sapiente e dall'ottimo sound, insomma un triplo cd completo che assicura quasi 3 ore di intrattenimento.
Insomma, un giudizio oggettivo non può che essere positivo, ma prima di chiudere la recensione col voto finale voglio essere puntiglioso ed elencare in maniera dettagliata le cose che, a mio avviso, potevano essere fatte meglio o che comunque non ho gradito:
1) con buona pace di Deris, al quale riconoscerò sempre il merito di averli salvati e di essere un grande songwriter e cantante oltremodo eclettico, non si possono mettere in scaletta brani come la pur buona "
Waiting for the Thunder" o la piatta "
Are you Metal?", e sorvolo su "
If I Could Fly" giusto perchè so quanto sia amata, anche se personalmente la detesto. Non voglio per forza "
Murderer" o "
Cry for Freedom" (magari...!!!) ma una "
Falling Higher" o "
Steel Tormentor" avrebbero fatto tutt'altra figura.
2) il basso a volte è davvero esageratamente alto, lode imperitura a
Grosskopf ma temo che la cosa sia sfuggita di mano :)
3) ok, io non amo l'idioma ispanico...sono di parte ma sentire interagire i nostri in spagnolo mi uccide l'anima; insomma i tempi di "
Hello, this the first time for Helloween in Japan?? we got fast songs, we got slow songs..." con i vari siparietti e motivetti con la chitarra sono lontani...e vabbè.
4) non è ammissibile rovinare IL MOMENTO TOPICO, LA CHIAVE DI VOLTA DEL METAL TUTTO facendolo cantare a Deris: ma porcaccia miseria, "
IT'S SHINIIIIIIIIIIING ON MEEEEEEEEEEEE" DEVE ESSERE PORTATO IN CIELO DA KISKE! Non mi capacito di una scelta tanto scellerata!!!
5) a volte i duetti Kiske/Deris non funzionano al 100% e specie nei brani più lenti qualcosa si incastra; "
Forever and One", ahimè, è diventata sin troppo melensa (chissà se sono l'unico a preferire di gran lunga "
In the Middle of a Heartbeat") e ha perso la forza della versione originale (per fortuna "
A Tale That wasn't Right" è sopravvissuta).
Evidenziati con la mia solita puntigliosità questi punti deboli, rimane il gran lavoro di questa reunion, molto soddisfacente sia per il 95% dei fan delle zucche sia per loro che hanno visto decuplicate le presenze ai loro concerti, testimoniato da un live album dal valore indubbio. Io, da vecchio nostalgico fino al midollo lo terrò comunque in salotto pronto da mettere nello stereo, ma so già che 99 volte su 100 nel lettore ci finirà "
Live in the UK" per la miliardesima volta...("
High Live" manco lo considero...)
In ogni caso, w le zucche, per sempre e un giorno ancora.
IF YOU DON'T FEEL IT YOU WON'T UNDERSTAND