Leggendo
Sangreal non posso evitare di ripensare al mistero svelato (vabbè...) sulla stirpe dei Sangreàl ne "Il codice Da Vinci", primo capitolo della fortunata saga cinematografica con Tom Hanks protagonista, basato sull'omonimo romanzo best seller di Dan Brown.
Ma dietro questo "
Sangreal" ci sono ben pochi misteri, infatti, la formazione che ha inciso quello che è il loro esordio discografico è composta da musicisti con svariate esperienze alle spalle, come si evince scorrendo i nomi dei singoli componenti: i chitarristi
Jahn Carlini (dai Great Master e ideatore dei
Sangreal) e
Francesco Russo (Hungry Daze ed ex-Shadows Of Steel), il cantante
Gabriele Grilli (Fury N’Grace ed ex-Doomsword),
Alessandro Battini (Dark Horizon e Ghost City) alle tastiere,
Paris Lambrou (ex-Arrayan Path, Astronomikon) da Cipro al basso e alla batteria il finlandese
Matti Auerkallio (Ultimatium e Katra).
Passando all’aspetto musicale, è il passo sinfonico e teatrale dell'opener "
Samarithan" a introdurci sin da subito alle sonorità dei
Sangreal, un blend di Power Progressive e di una Epicità più mistica e suggestiva che fisica e battagliera, con la voce intensa (e vagamente dickinsoniana) di
Gabriele Grilli ad avvolgere l'ascoltatore. Che viene poi catturato dal piano che governa "
The Prophet", dove non mancano riferimenti ai Rainbow e al Neoclassic Metal di stampo malmsteeniano. La dantesca "
Anime Prave" richiama, invece, quelle atmosfere che a suo tempo regnavano su "Deliver Us" (primo vagito ufficiale dei Warlord), e si segnala, nel ritornello, una gradita citazione dalla Divina Commedia. Per quanto "
Ring of Shelomoh" abbia un passo epico più marcato e accostabile ai Domine e a Basil Poledouris (guardando alla sua colonna sonora di "Conan il Barbaro") e la seguente "
Vision And Life" lasci trapelare qualche influenza da parte del miglior Power Metal (vi ritrovo qualcosa dei Dark Horizon), il feeling dei
Sangreal è sempre tangibile. Così come nelle trame folk e consolatorie di "
Martyr" (con echi dei Great Master), episodio che vede per la prima volta
Grilli incappare in qualche momento di difficoltà, che vengono spazzati via con grande disinvoltura dalle chitarre con un superbo assolo, e poi dallo stesso
Grilli già sulla seguente "
I am That I am", altro episodio che punta con decisione sull'epicità.
Se sentivate la mancanza di sonorità più ruvide ecco far capolino "
The Quest Of The Holy Grail" con un graffiante riff maideniano e, infine, l'album si accomiata sul pathos ispirato di "
Arise Today", adagiata su arpeggi e melodie di classe, quella che i
Sangreal hanno saputo mantenere anche a livello lirico e visivo, infatti, l'album (mixato da
Daniele Mandelli e masterizzato da
Simone Mularoni) esce per la
Underground Symphony in un curatissimo CD digipak e in una Limited Edition in vinile.
Non so se nelle vene dei nostri
Sangreal possa davvero scorrere sangue blu ... sicuramente vi è un’abbondante quantità di Metallo.
Di quello più raffinato ed elegante.
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?