Copertina 8

Info

Anno di uscita:2019
Durata:160 min.
Etichetta:BMG

Tracklist

  1. DIRTY LOVE
  2. LOVE WALKED IN
  3. SHE’S SO FINE
  4. A BETTER MAN
  5. BACKSTREET SYMPHONY
  6. LOW LIFE IN HIGH PLACES
  7. RIVER OF PAIN
  8. LIKE A SATELLITE
  9. STAND UP
  10. LIVING FOR TODAY
  11. LOVE WORTH DYING FOR
  12. JUST ANOTHER SUICIDE
  13. ALL I EVER WANTED
  14. GIMME SHELTER
  15. I LOVE YOU MORE THAN ROCK N ROLL
  16. LOSER
  17. I’M DREAMING AGAIN
  18. THE DEVIL MADE ME DO IT
  19. ON THE RADIO
  20. THE RAIN
  21. WONDER DAYS
  22. RIP IT UP
  23. IN ANOTHER LIFE
  24. RIGHT FROM THE START
  25. THE THING I WANT
  26. FUTURE TRAIN (2019 VERSION)
  27. LOW LIFE IN HIGH PLACES (2019 VERSION)
  28. YOUR TIME IS GONNA COME
  29. BIGGER THAN BOTH OF US (LIVE)
  30. SERPENTINE (LIVE)
  31. SHE’S SO FINE(LIVE)
  32. BLOWN AWAY (LIVE)
  33. RIVER OF PAIN (LIVE)
  34. STAND UP (LIVE)

Line up

  • Daniel Bowes: vocals
  • Luke Morley: guitar, backing vocals, percussions
  • Ben Matthews: guitars, keyboards
  • Chris Childs: bass
  • Harry James: drums, percussions
  • Mark ‘Snake’ Luckhurst: bass
  • Mikael ‘Micke’ Hogland: bass

Voto medio utenti

Oibò, cosa ci fa un “The Greatest hits”, spesso solo un’operazione discografica con intenti meramente “riempitivi”, tra gli highlights di Metal.it? I motivi sono molteplici e cercherò di elencarli brevemente qui di seguito.
Cominciamo dalla sontuosa confezione … un triplo Cd (a cui si riferisce questa disamina) e Lp, curatissimi dal punto di vista grafico e dei contenuti, in periodi d’irritante “musica liquida” (ma, per la cronaca, esiste anche la versione digitale dell’albo …), non rappresentano un evento facilmente trascurabile.
Passiamo alle canzoni … ben trentaquattro brani assolutamente senza “macchia”, imbevuti di rock n’ roll, soul e blues, perfettamente bilanciati in un crogiolo sonoro pieno, vellutato, rotondo, di enorme presa emozionale.
Arriviamo, dunque, a “svelare” i protagonisti di tanta magnificenza … si chiamano Thunder e da trent’anni diffondono al “mondo” la loro splendida e costantemente vitale e credibile filosofia musicale, ottenendo sicuramente, almeno dalle nostre parti, un credito minore di quello che avrebbero meritato.
E allora proviamo a “sfruttare” l’uscita di quest’imponente opera celebrativa per ribadire che il posto di questi “ragazzi” è tra i Grandi dell’hard-blues britannico, al fianco di Whitesnake e Bad Company, e che tale impegnativa affermazione, alla luce di una carriera lunga e pressoché impeccabile, può essere fatta con candida leggerezza, senza rischiare d’incorrere in forme d’irriverenza o di “lesa maestà”.
Del resto, come anticipato, è sufficiente ascoltare una qualunque delle tracce del disco (per ognuna delle quali nel booklet troverete delle gustose note a firma Luke Morley e Joel McIver, autore della biografia ufficiale del gruppo) per rendersi conto della forza espressiva, della passionalità interpretativa, della misura tecnica e della verve di una formazione che anche nella difficile pratica della cover, qui simboleggiata da “Gimme shelter” dei Rolling Stones e da “Your time is gonna come” dei Led Zeppelin (mentre abbastanza stranamente non è presente la rivisitazione di quella “Gimme some lovin’” dello Spencer Davis Group che contribuì non poco alla notorietà della band), dimostra di possedere una sensibilità artistica di livello superiore.
Chi, infine, non li avesse mai visti dal vivo, e dubitasse delle qualità dei nostri in questo imprescindibile “fondamentale”, potrà fugare molti dubbi attraverso il dischetto bonusLive at Planet Rock Radio” del gennaio del 2019, felice testimonianza unplugged di spontaneità, carica e di una “tenuta” tutt’altro che scontata.
Da “Backstreet symphony” (prodotto da Andy Taylor di fama Duran Duran, una specie di “eresia”, ai tempi …) di acqua sotto i ponti ne è passata tanta, cambiate le mode e i gusti del pubblico, per poi di frequente ritornare al punto di partenza, là dove le emozioni più vere e intense prosperano inalterabili, un luogo dell’anima e dell’arte in cui troverete i Thunder, oggi, domani e magari pure tra vent’anni (come auspica lo stesso Luke, sollecitato da McIver, nelle già citate annotazioni del libretto del Cd) scintillanti alfieri di un suono immortale … auguri di cuore, guys.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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