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The Black Wizards (da non confondere con i canadesi Black Wizard) sono una formazione portoghese di psycho-hard-rockblues, giunta alla pubblicazione del suo terzo full-length. Ed è sicuramente una piacevole sorpresa constatare l'abilità e la maturità della band lusitana nel costruirsi uno stile che pesca a piene mani nel sound settantiano, ma lo aggiorna con attitudine moderna. Brilla la prestazione della cantante/chitarrista
Joana Brito, voce soul dalle caleidoscopiche vibrazioni: calde ed aggressive, carezzevoli ed intense, taglienti e conturbanti, ma anche il resto del gruppo mostra una perfetta padronanza della materia musicale. Dosi massicce e letali di psichedelia bluesy (echi di Hawkwind, Monster Magnet, perfino Pink Floyd) adattate alla tendenza rock più attuale (All Them Witches, Harsh Toke, Earthless, Joy) ma con grande attenzione a non risultare troppo derivativi o calligrafici.
I sette brani dell'album hanno carisma e personalità, sia sotto l'aspetto strumentale che vocale. "
Imposing sun" mostra quel groove seventies, orecchiabile e carico di sensualità, che ricorda molto i Blues Pills; "
Outlaws" è più trippy, narcotica, spaziale, con una lunga parte liquida ed atmosferica dove s'innesta l'assolo floydiano di Paulo Ferreira che la rende un hit per gli amanti del genere. "
56th floor" è un solido pezzo rock/stoner con la
Brito in grande evidenza, mentre "
Starlight" è una superballad cosmica, lenta, rarefatta ed ammaliante, che a mio avviso evidenzia il grado di sicurezza e maturità compositiva raggiunto dal combo portoghese. "
Symphony of the ironic sympathy" è pienamente psych-rock, col suo correlato di energia, echi, riverberi e vaghe vibrazioni medio-orientali, mentre "
Soul keeper" è nuovamente un liquido trip allucinogeno dalla forte componente bluesy dove la vocalist sfida, a livello di sensualità avvolgente, le migliori interpreti del settore (Elin Larsson, Jex Thoth, Mlny Parsonz, ecc.). La conclusiva "
Kaleidoscope eyes" è il top del disco, un viaggio in crescendo nella psichedelia più morbida ed acida, nell'atmosfera sciamanica dell'esperienza lisergica, nelle pulsioni cosmiche Hawkwind-iane, con la band immersa in un vero e proprio rituale psichedelico di indubbio fascino.
Una prova eccellente, un lavoro che ti spinge a lasciarti andare, a concederti alla magia onirica, al tepore del grembo universale, alle sensazioni interiori che solo un certo tipo di sonorità possono offrire. Consigliatissimo ai cultori del genere.
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