Con oltre quindici anni di carriera, quattro dischi, numerosi tour europei alle spalle ed una lineup che nel corso del tempo ha incluso personaggi come
Adrian Erlandsson (
At The Gates, The Haunted, ex-Cradle of Filth, ex-Paradise Lost),
Janne Saarenpää (
The Crown),
Daniel “Mojjo” Moilanen (
The Project Hate,Katatonia), non si può certo dire che gli svedesi
Netherbird siano una band di primo pelo.
Eppure, per uno di quei curiosi scherzi del destino,
Pontus "Bizmark" Andersson e soci sono sempre rimasti confinati ai margini della scena estrema nord-europea.
Oggi però, grazie al quinto lavoro sulla lunga distanza "
Into the Vast Uncharted" (
Eisenwald), la band potrebbe finalmente uscire dall'ombra e reclamare una maggiore attenzione.
In questo album i ragazzi di Jönköping scelgono una direzione più decisa rispetto al precedente "
The Grander Voyage"(2016), in cui il black/death melodico che ha sempre fatto da base al loro sound aveva un corposo aiuto da massicce venature doom, e spingono forte lungo le coordinate indicate da
Dissection,
Amon Amarth o
Dawn.
L'opener "
Saturnine Ancestry", "
Mercury Skies", l'up-tempo di "
Lunar Pendulum" o la strabiliante "
The Obsidian White" strizzano l'occhio alla scuola svedese di primi anni '90 aggiungendo però un riffing (grazie alle tre asce
Andersson,
Jakobsson e
Nordin) più attuale e fresco.
"
Harvest the Stars" e la ballad black "
Eventide Evangel" - baciata da un songwriting ispirato e da linee vocali azzeccate- richiamano certi lavori dei
Tribulation anche per la cura delle aperture melodiche mentre il brano di chiusura "
Nexus the Unlight" si allontana leggermente dall'aggressività costante per avvicinarsi molto alle oscure melodie dei
Sentenced di "
Amok", una nera tempesta che annuncia la rovina della luce.
"
Into the Vast Uncharted" è un disco derivativo quindi che non getta nulla di nuovo sul terreno ma, ed in questo mi sento di condividere le parole di
Dan Swanö (che ne ha curato la masterizzazione), è un lavoro solido fatto con passione e ricercatezza di particolari.
Forse i
Netherbird hanno finalmente fatto quel passo in più che mancava e questo mi rende felice: c'è bisogno -oggi più che mai- di dischi sinceri ed onesti.
Netherbird - "
Saturnine Ancestry"
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