Ho impiegato davvero molto tempo per decidere se fosse opportuno occuparmi della disamina di questo lavoro. Avendo avuto l’onore di redigere le
liner notes dell’opera, era scontato esprimere un giudizio positivo su “
Begin again” e, da un certo punto di vista, mi sembrava altresì quasi d’incorrere in una sorta di “conflitto d’interesse”, odiosa pratica piuttosto diffusa nel
Belpaese.
La decisione è maturata a causa di un fatto abbastanza semplice … nonostante la pila (sia “fisica” e sia “virtuale”) di materiale da recensire e un ammasso ancora più corposo di
Cd accumulati negli ultimi periodi per esclusivo diletto, la scelta d’ascolto ricadeva spessissimo sul terzo albo dei
Wheels Of Fire.
Insomma, se dopo tanto tempo (per ottemperare alle suddette gratificanti “incombenze”, il
promo mi è stato tra l’altro fornito ben prima della sua uscita ufficiale …) l’impatto emotivo di un prodotto discografico è ancora così imponente e vivido, a questo punto era “necessario” anche assecondare la mia atavica bramosia “grafologica”.
E allora, completando ed espandendo l’entusiasmo profuso nelle note che trovate nel
booklet dell’albo, forte di una convinzione ancora più consolidata, sento di sbilanciarmi in un’affermazione perentoria … “
Begin again” dei
Wheels Of Fire è un trionfante esempio di preziosa “congiunzione astrale” tra
arena-rock e
AOR, una miscela inattaccabile di esuberanza, sensibilità e forza espressiva, pilotata da una delle migliori voci del
rockrama internazionale contemporaneo.
Assieme alle brillanti interpretazioni di
Davide "Dave Rox" Barbieri, molto maturato (e ormai ben lontano, malgrado certe sfumature timbriche, dai tanti pavidi cloni di
Mr. Jon Bon Jovi …), la qualità più appariscente del programma è l’elevatissimo livello del
songwriting, capace di sprigionare circostanze sonore adeguatamente differenziate, mantenendo intatta la tensione emozionale.
Anche grazie alla preziosa “regia” sonora di
Roberto Priori (Danger Zone, Raintimes, I.F.O.R., Alchemy), “
Begin again” pulsa di energia e di sfavillanti luci e colori, esordendo con il contagio istantaneo di “
Scratch that bitch”, passando dal saliscendi Van Halen-
esco “
Lift me up” e concludendo un’eloquente terna iniziale con una “
Tonight belongs to you” che non può passare inosservata al cospetto di chi si ritiene estimatore di White Lion e Firehouse.
In “
Done for the day” le funamboliche chitarre di
Stefano Zeni innervano con gusto e misura ammalianti atmosfere “adulte”, “
For you”, avvalorata dalle tastiere della
new entry Federico De Biase, dimostra che il romanticismo può anche non essere stucchevole e la stessa sensazione la si prova ascoltando “
Call my name”, degna dei migliori Bon Jovi.
La melodia incalzante e catalizzante concessa a “
Keep me close” rende la traccia il mio “plausibile” (ho cambiato idea parecchie volte, invero …)
best in class, vittoriosa sul filo di lana nei confronti dell’
anthemica “
Heart of stone” e dell’atmosfera suggestiva e avvolgente di “
You'll never be lonely again”.
Grinta
hard-rock, un pizzico di malinconia e una classe innata si dividono il proscenio nell’eccellente “
Another step in the dark” e se “
Can't stand it” omaggia in qualche modo l’inarrivabile arte Journey-
ana, il brano “manifesto” che chiude le ostilità rappresenta un’altra importante testimonianza dell’imperiosa “presa” emozionale trasmessa dai
Wheels Of Fire.
“Qualcuno” di cui mi fido abbastanza ha scritto “[…]
il consolidamento di un percorso musicale in costante crescita e (come suggerisce il titolo …) una sorta di “nuovo inizio”, per una band fedele ai dogmi del genere eppure oggi anche sempre più “riconoscibile” nel suo illuminato approccio alla materia […]… poco altro da aggiungere, se non consigliarvi caldamente l’acquisizione di uno dei dischi dell’anno nel suo settore di competenza.