Ancora un buon lavoro da parte degli americani
Twisted Tower Dire, sebbene rispetto al passato mostrino una evidente sterzata verso un sound più europeo. Infatti, nei precedenti lavori, compreso il precedente ed ottimo "The Isle of Hydra", erano rigorosamente legati allo Speed/Power Metal americano: Griffin, Liege Lord e sopratutto Omen, anche se con evidenti influenze da parte di Iron Maiden e direi Grim Reaper. Non so quanto questo cambiamento sia dovuto all'operato di Piet Sielck che ha curato la produzione di "Crest of the Martyrs" e al nuovo contratto discografico con la label tedesca Remedy o quanto alla volontà (magari inconscia...) dei Twisted Tower Dire di risultare più appetibili al palato europeo. Comunque sia, trovo che i risultati siano positivi. Forse "To Be a Champion" è sin troppo accostabile agli Hammerfall e "Infinitum" dà, sebbene in misura minore, questa stessa impressione, mentre su "Fight To Be Free" il paragone si limita al coro che potrebbe essere stato scritto da Cans e soci. Non che la voce di Tony Taylor ricordi in qualche modo il cantante svedese, l'americano è certo più pulito rispetto al passato, ma è sempre potente e profondo, meno roco di J.D. Kimball (Omen) e talvolta accostabile a R.J. Dio, come suggeriscono alcuni passaggi di "By My Hand", brano che mi ha fatto venire in mente un'altra band americana, gli Zaxas, che dopo un ottimo album di debutto per la Noise erano poi spariti nell'oblio. La mano di Sielck si fa sentire parecchio su "Some Other Time, Some Other Place" che ricorda appunto gli Iron Savoir e dove si mette in evidenza il lavoro del bassista Jim Hunter. Ma i Twisted Tower Dire non hanno dimenticato le atmosfere più epiche e trionfali, eccole su "Axes & Honour", "Transfixed" (Omen rules...) e "Guardian Bloodline" (... and rules again!!), mentre "The Reflecting Pool" trae in inganno con un inizio simil-ballad per poi trasformarsi in un up tempo veloce e ficcante con ottimi incroci vocali ed assoli di chitarra di stampo Acceptiano. Dal proprio passato riprendono invece la più teatrale "The Witch's Eye", già presente sul debutto "The Curse of Twisted Tower Dire" ('99), un ottimo brano di puro Heavy Metal che però avranno la fortuna di ascoltare solo coloro che si procureranno la verione digipack di "Crest of the Martyrs". Peccato infine che Derek Riggs non tenga fede alla sua fama realizzando una copertina che non ha proprio nulla di particolare. Personalmente avrei preferito che il combo americano avesse mantenuto, e magari accentuato, la componente US Metal, anzi probabilmente qualcuno avrà anche storto il naso di fronte a questo nuovo lavoro, eppure "Crest of the Martyrs" viaggia sicuramente sopra la media delle uscite attuali.
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