Avevano debuttato con l'omonimo "Zeelion" nel 1999 ed ora, dopo sei anni, questi svedesi tornano con il loro secondo lavoro. E tornano a battere sentieri già imboccati e calpestati da innumerevoli altre formazioni.
Sotto un titolo metallico quale "Steel Attack" questa formazione svedese si lancia, infatti, su sonorità che svariano tra il neoclassico alla Malmsteen (notevole la prova del chitarrista Sudden) ed il melodic rock (su questo versante uno dei pezzi più riusciti del disco, "Black Hearted Woman"). Una scelta che è ben illustrata già dalla veloce opener, "I Burn", la prima di dieci canzoni che si lasciano ascoltare con piacere ma che non aggiungono nulla a quanto sentito negli anni, dai capostipiti Rainbow ai loro più recenti epigoni, e che alla fine dell'ascolto lasciano ben poco alle proprie spalle.
Piuttosto incolore la prova del cantante Lenny De Rose, specialmente se paragonata a quella del chitarrista, un raffronto evidente sia sull'arabeggiante "Shadows" sia sulla malmsteeniana "Stars Of Avalon".
Un album come tanti altri... e che soprattutto arriva "dopo".
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