Quarto album per i thrashers germanici
Fateful Finality, dopo "King of torture" (2011), "Battery" (2015) e "Mankind" (2017). Il quartetto propugna uno stile ortodosso che ricorda molto i connazionali Kreator, Sodom, Destruction, ecc, con grande potenza e vigoria ma senza particolari innovazioni personali. Thrash metal teutonico del periodo tra fine anni '80 ed inizio '90, tecnico, serrato, violento e bellicoso.
I brani sono sette, più una breve intro melodica, una cover degli Iron Maiden ("
Moonchild") ed una hidden track che è "
Overkill" degli immortali Motorhead in versione ancora più truce dell'originale. Il quartetto del Baden-Wuttemberg segue i canoni del genere con convinzione e perizia: riff come colate di cemento, ritmiche forsennate, voce brutale, atmosfera da pogo sfrenato, però la sensazione di cose già sentite e stra-sentite è fortissima per tutto il lavoro. Non dico che assalti furibondi come "
Fire and brimstone", la Slayer-iana "
The raid" o la bombastica "
Expect your executor" non siano efficaci e spezzacollo, ma la miscela è sempre quella e finisce per appiattire l'album sui soliti standard ben conosciuti.
Se ci si accontenta della pura adrenalina metallica, ben suonata ed interpretata, questa proposta può risultare anche soddisfacente. Ma in una visione più ampia, i
Fateful Finality appaiono dei buoni esecutori del genere come tanti altri.
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