I
Rings Of Saturn sulle pagine di Metal.it non hanno mai avuto vita facile, anzi, tant’è che (probabilmente scoraggiati dalle esperienze precedenti) nessuno della nostra gloriosa redazione si è preso la briga di recensire il penultimo album,
Ultu Ulla, che invece iniziava a portare dei cambiamenti in positivo nel sound dei pazzi americani.
Cambiamenti che in questo
GIDIM vengono ancor più esaltati.
Come ho già detto in privato ad amici, se mi chiedevano opinioni su questo disco la mia risposta era sempre la stessa: “se non fosse per le sfuriate deathcore e i breakdown sarebbe un bellissimo disco prog :D ”. In definitiva è quello che penso di
GIDIM, le parti melodiche e strumentali sono fantastiche, spesso alienanti, con il loro tipico suono moderno e super-effettato. L’esagerata, automasturbatoria, per alcuni invidiabile, per altri manco per il kàz, ma necessaria ed indispensabile tecnica (sia ritmica che, soprattutto, chitarristica) non manca mai in nessuna canzone, è sempre onnipresente.
Vorrei partire dal fondo, dall’unica strumentale, la title-track, senza dubbio la traccia migliore del disco. Tra riffoni mastodontici e granitici, infiniti assoli, blast-beats, delle melodie alienanti e aliene e un pizzico di follia si piazza senza dubbio tra le tracce quanto meno più interessanti, sia di
GIDIM, sia di tutta la discografia dei
Rings Of Saturn.
L’apice deathcore, o aliencore, in termini sia di furia, sia di tecnica, sia di fastidio si percepisce probabilmente nella opener
Pustules: stracolma di stop-and-go, di breakdown, alleggeriti dalla contemporanea presenza di perenni assoli, a volte sfiora il ridicolo, ma mi rendo conto che se il gruppo viene visto da un’altra prospettiva possono anche risultare divertenti.
Molte canzoni di
GIDIM in teoria si assomigliano e possono benissimo rientrare nella descrizione di
Pustules che avete appena letto, ma concorderete con me che la variabile “melodia/atmosfera aliena” è la variabile più “variabile”. Variabile.
Se non avete mai sopportato i
Rings Of Saturn, molto probabilmente non sarà
GIDIM a farveli amare alla follia MA potreste iniziare a guardarli sotto un’altra luce. Se invece amate i primi lavori ma avete apprezzato
Ultu Ulla,
GIDIM è un disco che ha ottime probabilità di piacervi.
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