Attivi dal 1995, gli Enter My Silence ambiscono al premio di band meno prolifica della storia. Undici anni per partorire solo due dischi è uno rarità in un mercato discografico oramai votato alla saturazione. Tutto questo tempo significherà che hanno prodotto due disconi? Uhm, no, non è proprio il caso di questi cinque norvegesi. La loro proposta musicale è un mix assai banale di richiami alla scena metalcore, al riffing death scandinavo, ma soprattutto si rifanno in maniera plateale alla band di Anders Friden, ossia gli In Flames. Ad un preciso ed assai gradevole utilizzo delle chitarre soliste, le quali intagliano graziosamente le canzoni del disco ( ma è l'unica nota pregevole di questo disco ), si controbatte una continua sensazione di già sentito, particolare che affonda nel baratro della mediocrità questa band. Quindi il discorso da fare è un altro. Chiedersi il perché di questo tipo di uscite, che oltre a non aggiungere nulla di nuovo alla scena musicale estrema, hanno zero possibilità di vendita. Se devo sentirmi un clone degli In Flames, continuo ad ascoltarmi gli originali, no? Ok che nel mercato c'è spazio per tutti ma certi dischi meritano ugualmente di rimanere confinati in qualche cassetto. Senza anima e senza cuore, la musica scritta in maniera meccanica è qualcosa di insostenibile. Sarebbe ora di fare un bel pò di pulizia nell'ambiente. Incominciano con questi Enter My Silence. Ecco, bravissimi...rimanete in silenzio, è meglio.
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