Gli ateniesi Nightstalker sono in circolazione ormai da una trentina di anni e, secondo me, sono una delle migliori formazioni europee in campo rock/stoner. Il loro sound ingloba radici seventies, elementi psichedelici, freschezza contemporanea, attitudine melodica ed orecchiabile che ricorda moltissimo i Monster Magnet più catchy. Ma soprattutto possiedono la fenomenale capacità di scrivere canzoni che si stampano in testa al primo ascolto. Così è stato in passato e così accade in questo ultimo "Great hallucination", pubblicato dalla nostrana e meritevole Heavy Psych Sounds.
Prendete un dark-slow come "Sweet knife", il cui ritornello mi rimbomba nella mente da giorni ("I can't sleep at night...the air is so thick you can cut it with a knife"), con il suo andamento a crescere sul genere di "Children of the sun" (un classico della band da "Dead rock commandos") e dal quale è stato tratto un bel video, ed avrete chiara l'idea sia dell'abile e brillante songwriting del quartetto greco che della loro capacità di realizzare canzoni magari semplici e lineari ma dal forte potere di coinvolgimento.
Indubbiamente le solite influenze Magnet-iane del periodo di "Powertrip" e "God says no" sono evidenti in brani groovy e torridi come "Sad side of the city", "Cursed" e "Half crazy", anche perchè il modo di cantare di Argy evoca un mix tra Dave Wyndorf ed Ozzy Osbourne, ma le soluzioni rimangono sempre personali e riconoscibili. Lo stesso avviene quando gli ellenici aumentano il proprio tasso stoner-lisergico, vedi l'iniziale e melmosa "Black cloud" o l'esteso e godurioso trip psichedelico della title-track. Un altro hit dell'album è rappresentato dalla fumosa e lunare "Hole in the mirror", che coniuga melodia insinuante e heavy rock teso e nervoso.
Non mi dilungo oltre: band solida, capace, navigata, assolutamente padrona del genere, che realizza un lavoro che entrerà sicuramente nella mia top-ten di fine anno. Se siete fan dei Nightstalker è un disco da prendere ad occhi chiusi, se non lo siete è tempo di provvedere.