Secondo disco per gli italiani Ninefold, dopo “Motel” uscito per la Loudblast Records. Il nuovo “Superstar” esce invece per l’etichetta inglese Copro Records e segna una netta evoluzione nel sound della band, prima più ancorata a certi stilemi marcatamente hardcore.
La band partendo dalle radici hardcore, arricchisce la propria proposta di venature hard rock acide, ricche di momenti psichedelici, grazie a melodie rarefatte ed espressive, pervase di malinconia.
La band decide di creare strutture atipiche, dove in primo piano c’è la voce persuasiva ed espressiva di Antonio Crispino, e non mancano i pezzi nei quali si osa, e non necessariamente con risultati disprezzabili, come nel caso di “Opium Cocktail”, un pezzo dai ritmi latini, sembra un samba, molto caldo e coinvolgente. Il disco è molto vario, riprende varie influenze, l’opener “Xray Camera” è tipicamente settantiana, “The Dwarve’s Tie” sembra rubata a “White Pony” dei Deftones, “Empty Box” rarefatta e sognante, dai tratti lisergici, e via dicendo.
Ciò che manca a questo disco è forse qualche pezzo più tosto e vibrante, più nello stile della conclusiva “Rock B”, che ricorda qualcosa di vagamente tooliano.
Nel complesso ci troviamo di fronte ad un disco di non facile ascolto, molto ricercato, ma al tempo stesso decisamente raffinato, con soluzioni che raramente abbiamo visto in Italia. “Superstar” è un viaggio verso mete esotiche e poco frequentate. Adatto per chi rifugge la normalità e il conformismo.
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