Phil Campbell è finalmente riuscito a togliersi di dosso l’ingombrante figura del leggendario Lemmy e ha dato libero sfogo alla sua creatività, per troppi anni “repressa” entro i rigidi limiti che il sound dei Motorhead imponeva, e ha pubblicato il primo solo album.
Come lui stesso ha detto in diverse interviste, la gestazione di questo lavoro è stata lunga e lo stesso Lemmy lo aveva incoraggiato ad andare avanti col progetto, d’altronde se è vero che Phil è stata l’ascia fondamentale del gruppo inglese per più di 30 anni, è altrettanto vero che senza i Motorhead chi se lo sarebbe filato da giovane come chitarrista?
Il fatto stà che il buon Phil, stavolta senza i “figli bastadi” alle spalle, ha sfornato dieci pezzi che di Motorhead non hanno nulla, siete avvisati!
Però, è qui sta il valore aggiunto dell’album, si è avvalso della collaborazione di vecchi leoni (
old lions ) del panorama Metal di assoluta grandezza a dimostrazione che la carriera del chitarrista è stata apprezzata e valorizzata a dovere, basti vedere gli ospiti vocali della tracklist qui sotto, oltre a Mick Mars, Matt Sorum, Chris Fehn alle chitarre :
Rocking Chair feat. Leon Stanford
Straight Up feat. Rob Halford
Faith In Fire feat. Ben Ward
Swing It feat. Alice Cooper
Left For Dead feat. Nev MacDonald
Walk The Talk feat. Danko Jones & Nick Oliveri
These Old Boots feat. Dee Snider
Dancing Dogs (Love Survives) feat. Whitfield Crane
Dead Roses feat. Benji Webbe
Tears From A Glass Eye feat. Joe Satriani
Ognuno ha messo del suo dall’iniziale blues acustico di “
Rocking Chair”, che apre in modo un po’ inusuale il disco, passando per “
Straight Up” e “
These Old Boots" ( feat Mick Mars on guitars ) i brani più metal dell’album che vedono rispettivamente Rob Halford e Dee Snider alle vocals, alla rockeggiante e sbarazzina “
Swing It” con lo zio Alice ( chapeau ! ).
Il suono della chitarra di Phil non è mai esasperato, tutti i riff sono costruiti in modo quadrato, solido, niente virtuosismi ( ad eccezione di “
Tears From A Glass” dove però troviamo sua maestà Joe Satriani alle corde), le melodie sono avvolgenti, talvolta suadenti come nella struggente ballad al piano “
Dead Roses”, altre volte più rocciose e dall’impronta vagamente grunge come in “
Walk The Talk” o più oscure come “
Faith In Fire” con Ben Ward degli Orange Goblin alla voce.
“
Left For Dead” è l’altra ballad meno romantica della precedente e più adatta all’impronta rock dell’album a mio avviso, un bell’hard rock grintoso è invece “
Dancing Dogs” con l’ugola di Whitfiled Crane degli Ugly Kid Joe. L’album che ha due copertine diverse una in bianco e nero (CD Slipcase + digitale) e una a colori (vinile), ci presenta un Phil Campbell inedito e in grado di emozionare pur rimanendo lontano anni luce da ciò che eravamo abituati a sentire, se questo sia un bene o un male lascio a voi il giudizio.
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