Si è fatto un gran parlare di questo “album orchestrale” firmato
Blind Guardian. Per la precisione se ne parla da circa 23 anni, e averlo tra le mani oggi sa quasi di incredibile. Alla fine, con molta probabilità, il 2019 sarà ricordato per le uscite più insperate
(chi ha detto Tool?)…
“Legacy Of The Dark Lands” non è un lavoro malvagio, lo considero solo “fuori tempo massimo”, in un’era in cui il metal sinfonico - o presunto tale - ha detto davvero, se non tutto, molto di quello che aveva da dire e penso tra gli altri ai Rage, ai Therion, ma soprattutto ai Rhapsody del periodo
Christopher Lee, alle mie orecchie il sound più affine a quello proposto in questo full-length (non a caso, è proprio nelle produzioni con il defunto attore britannico che la band triestina ha dato maggior sfogo alle proprie pulsioni più orchestrali e cinematografiche).
C’è un cast stellare di attori, gli stessi che hanno dato voce all’indimenticato
“Nightfall In Middle-Earth”, mentre musicalmente sembra di essere al cospetto di uno di quei “bonus disc” dei Nightwish piuttosto che dei MaYan con la versione strumentale dell’album, ma senza chitarre elettriche, basso o batteria. Il concept elaborato da
Markus Heitz è evocativo, così come la performance di
Hansi Kürsch, indiscutibilmente a suo agio nel ruolo di unico vero interprete della saga.
Semplificando senza voler banalizzare, le tracce di
“Legacy Of The Dark Lands” si dividono in poche categorie abbastanza ben definite. Ci sono buoni brani battaglieri fino all’esasperazione (
“War Feeds War”, “In The Underworld”, “Point Of No Return”, “Harvester Of Souls” o
“Beyond The Wall”), episodi che sembrano usciti da un musical per quanto suonano teatrali (
“In The Red Dwarf’s Tower”, “This Storm”), momenti più rilassati ma comunque rocciosi (
“Treason”, “Nephilim”) e un paio di canzoni non proprio convincenti a metà strada tra una hit della Disney e un tributo all’Oktoberfest (penso a
“Dark Clouds Rising” o
“The Great Ordeal”).
I tanti (troppi) interludi narrati, per quanto ben fatti, appesantiscono eccessivamente l’ascolto e suggeriscono una volta ancora quell’idea di “colonna sonora senza immagini”, da anni vera stella polare di decine di band metal e non. Questa è la visione dei
Blind Guardian, a voi decidere se vi soddisfa o meno…