Dalla più profonda oscurità ritornano, dopo ben sette anni, gli austrialiani
Ignivomous, degni alunni del death metal più putrido e marcio di scuola
Incantation, primi
Immolation.
La proposta del combo australiano non si muove di una virgola rispetto al precendente
Contragenesis, macinando riff cavernosi su una base di blastbeat e di rallentamenti debitori della scuola americana.
Durante un viaggio lungo 46 minuti verso i meandri più profondi degli inferi, i vomitatori di fuoco convincono con pezzi mai banali o ripetitivi, mediamente lunghi e ben costruiti. Spiccano le annichilenti
Thalassophobia e
Blood and Mercury, esempi di cosa significhi suonare Death Metal.
Anche la produzione, volutamente low-fi e marcia, si rifa ai capisaldi degli anni 90 ed è adattissima al tipo di disco che gli
Ignivomous ci vogliono proporre: anacronistico, intransigente, profondo.
Un disco decisamente ostico, anti commerciale, e non per tutti, ma che farà felici gli amanti di un genere che sta risollevandosi dopo anni di oblio.
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