Sulle scene da 20 anni ed arrivati al quinto disco in studio, uno si aspetterebbe una certa evoluzione, una maturazione, un qualche motivo di interesse. Purtroppo ciò non accade con i Belgi
Magic Kingdom.
La band, capitanata dal guitar-hero
Dushan Petrossi, discepolo del grande
Yngwie Malmsteen, dopo aver annunciato
Fabio Lione come nuovo cantante, per poi rimangiarsi tutto dopo una settimana, si presenta per questa nuova fatica in studio con alla voce l'usato sicuro
Michael Vescera.
Il disco, in uscita su AFM Records, si presenta con una colorata copertina ed un nome accattivante, ma i lati positivi praticamente finiscono qui.
La proposta della band non si schioda di un millimetro dai precedenti dischi, regalandoci un power metal trito e ritrito fondato sugli assoli neoclassici di
Petrossi, ma quello che manca è fondamentalmente la capacità di scrivere buoni pezzi originali.
Si passa dalla opener
Unleash the Dragon, 9 minuti di noia totali con il ritornello ripetuto all'infinito, a pezzi più o meno accettabili, come la "folk"
In the Den of the Mountain Trolls, a veri e propri plagi, come per
Dark Night, Dark Thoughts sulle cui note è possibile cantare a squarciagola
Against the Wind degli
Stratovarius, pezzo che, purtroppo per i
Magic Kingdom, è stato già scritto 25 anni fa.
Vescera, che a mio modo di vedere non è mai stato un fenomeno, appare ancora più spompato e annoiato e sembra come se i pezzi non siano stati scritti per la sua voce.
Il disco, scorre per oltre 60 minuti senza sussulti, formalmente perfetto, con melodie, assoli ipertecnici, ma vuoto e con una totale ed atavica mancanza di originalità che va a pregiudicare completamente il risultato. Peccato.
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