Copertina 7,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2019
Durata:53 min.
Etichetta:AFM Records

Tracklist

  1. SHINE ON
  2. FIESTA Y COPAS (FEAT. RONNIE ROMERO)
  3. SANTA MUERTE
  4. LAST EXIT HELL
  5. WHAT WENT WRONG (FEAT. RICKY WARWICK)
  6. LUCKY 13
  7. DEATH LETTER (FEAT. MAGNUS KARLSSON)
  8. CRAVING
  9. THE WOLF
  10. MISTYMOUNTAIN
  11. THE BALLAD OF JACK
  12. STORMY NIGHT
  13. SORRY

Line up

  • Mat Sinner: vocals, bass
  • Tom Naumann: guitars
  • Alex Scholpp: guitars
  • Markus Kullmann: drums
  • Giorgia Colleluori: vocals

Voto medio utenti

Dall'alto di una carriera ormai quarantennale, la creatura di Mat Sinner torna alla ribalta con il nuovo Santa Muerte, a due anni di distanza dal positivo Tequila Suicide, mantenendo, come evidente già dalla cover, influenze messicane nelle tematiche affrontate.

Già dal primo ascolto appare subito evidente come il buon Mat abbia voluto rinfrescare la proposta della sua band con l'ingresso in line up dell'italianissima Giorgia Colleluori, che divide con il leader della band i compiti vocali in maniera più che discreta, come nella classicissima opener Shine On.
La nuova entrata si mostra dotata di un'ottima voce ben colorata, davvero adatta alla proposta dei Sinner.

Nella successiva Fiesta y Copas, pezzo più leggero e scanzonato, dal bel groove e dal taglio hard rock, Mat Sinner riprende il suo ruolo come cantante principale, supportato dall'ospite Ronnie Romero (Rainbow, Lords of Black). A seguire la title track che inizia con un bel basso potente, un riff gradevole, e continua con un ritornello arioso che si ricollega direttamente all'artwork del disco. Un pezzo decisamente leggero e positivo.
Proseguendo, i nostri spingono sull'acceleratore: Last Exit Hell è un pezzo molto Priestiano, dove Sinner e la Colleluori duettano in maniera convincente.
Lucky 13, cantata di nuovo dalla Colleluori, è in realtà una cover dei Primal Fear, l'altra band di Mat Sinner (Cry Havoc da 16.6), anche se questo non viene segnalato da nessuna parte nella presentazione del disco.

La seconda parte dell'album si mantiene su livelli più che dignitosi con le ottime Misty Mountain dal taglio blues e la sorprendente Stormy Night dominata da un ottimo flauto dal sapore etnico.

Dopo quarant'anni i Sinner si dimostrano ancora in grado di stupire e di rinnovarsi senza snaturarsi. Bravi!

Recensione a cura di hellfiregab

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