Se "
The Monarch Slaves" aveva rotto un primordiale silenzio, trasportando la band dai '90 ai giorni odierni dopo quasi 20 anni di stop forzato, il nuovo "
The Apocalypse Mark" pubblicato a fine ottobre 2019 per
Revalve Records fissa un importante punto di arrivo e di conseguente ripartenza per gli
EXTINCTION dato l'indubbio miglioramento conseguito in questi 24 mesi intercorsi tra i due lavori.
La proposta musicale è sempre ben miscelata tra un death metal di scuola statunitense che affonda le proprie radici su riff di scuola thrash e qualche apertura più melodica senza mai eccedere nel "
volemose 'bbene" che spesso travalica i confini di un genere estremo come questo.
Dopo l'intro iniziale che mi ha riportato alla mente i primordi death metal italici di "
The Valley of Eternal Suffering" dei
Desecration, si parte alla grande con la title-track, terremotante up-tempo basata sulle potenti ritmiche dell'accoppiata
Bonuso/Campanati, in cui emerge fin dall'inizio l'ottimo growl del nuovo arrivato
Filippo Collaro, profondo quanto basta ma non indistinguibile, che va a sostituire la precedente singer
Alice Darkpeace; non ce ne voglia la brava Alice, ma ancora una volta è palese come il growl sia un cantato esclusivamente maschile, in cui i tentativi del gentil sesso vengono giustificati unicamente dall'avvenenza delle varie
Angela,
Alyssa,
Rachel o
Vicky.
La superiorità del risultato finale è oggettiva e questo influisce non poco sul giudizio globale di questo "The Apocalypse Mark", che può contare anche su un altro punto forte, ovvero gli assoli di
Danilo Bonuso e
Marco Campanati, taglienti come rasoi, di base (neo)classica che riescono a conferire una marcia in più alle claustrofobiche composizioni degli Extinction, che oltre ai brani più trascinanti e veloci come l'ottima "
El diablo del norte" spesso non disdegnano di muoversi anche su territori paludosi e stagnanti, come riuscivano a fare magnificamente band come gli
Autopsy a fine anni '80, o semplicemente su mid-tempos di morbidangeliana memoria, squisitamente con quel flavour floridiano, che emerge incontrastato nella splendida "
Mad Jack", senza dubbio il brano migliore dei nostri che fa sua la lezione dei
Monstrosity di "
Imperial Doom" e la reinterpreta a suo piacimento.
Decisamente un bel passo in avanti per gli Extinction, autori di una prova solida, al passo con i tempi ma con il rispetto dei classici, e supportati da un sound veramente efficace, capace di mettere in risalto i punti forti della formazione piemontese, ad opera di
BrutalDave Billia, noto musicista di
Hour of Penance,
Beheaded ed altri mille ed evidentemente anche ottimo produttore.
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