Io questa band lombarda la conosco bene, ho avuto il piacere di trattare in un’altra vita il loro precedente ep.
Ora mi arriva questo piccolo ma grande full, il primo full sotto l’etichetta
Masd Records.
Il duo formato da
Samaang che si cura di chitarre, basso, voce e drum programming e il suo fido pard come direbbe il buon t
ex willer,
.Etrum alla chitarra propone un death metal tecnico ma non solo.
Qui i nostri scavano nel solco dell’orrore, facendo un parallelo con i film horror, ovvero la finzione di un certo modo d’intendere la materia del terrore con l’orrore dell’esistenza umana.
Una sorte di concept album, un filo conduttore che si dipana per cinque capitoli sonori.
L’opener “
Il divoratore di mondi”, ispirato al
Nosferatu di
Murnau e al remake di
Herzog, è un livido e devastante brano dove blast beats e riffing intricati e serati si fanno largo.
Il brano ti penetra nella carne e nelle viscere emotive grazie al cantato evocativo, declamatorio di
Samaang che declama liriche in lingua madre.
“
Madre dolorosa”, colpisce con tempi dispari e riffing di chiara origine death metal.
Il brano ha anche scossoni in blast beats ben calibrati dalla drum machine e che serra le fila di una formula letale e arcigna.
In questo album c’è anche una melodia pestilenziale; il metallo della morte prende una piega solenne e doom nel brano “
Inverno”.
Arpeggi e voce pulita si fa eco con il growl, e dona un lume drammatico con i riffing che hanno un afflato doomy e rabbioso.
Difficile resistere al turbine sonoro di “
La legge di Dahmer(La marcia dei golem)"; un brano tellurico, serratissimo e d’ispirazione floridiana, con il basso che s’inerpica nella selva di accordi.
Un brano diviso in due parti e dove fa capolino il cantato pulito, in una parte cadenzata e senza via di uscita alcuna.
Questo disco non è per tutti, ma per chi saprà apprezzare il death metal nella sua più pura essenza e conferma la vocazione del duo di essere dei poeti crepuscolari che sentenziano solennemente che il vero orrore è l'esistenza dell'uomo; citando il sommo
Fulci, “
ora affronterai il mare delle tenebre, e ciò che di esso vi è di esplorabile”.
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