Piccoli drammi redazionali: ti arriva un promo, cerchi le info sulla band e non trovi nulla di nulla. Niente bio allegate, niente informazioni utili sulla pagina della loro etichetta, nemmeno Metal Archives ti viene incontro in quanto sono presenti solo delle band omonime che nulla hanno a che fare col genere proposto da quella che stai ascoltando.
Quindi respiro profondo e si comincia a buttare giù qualche parola cercando di utilizzare al meglio le briciole che ho a disposizione.
I
Seventh Circle sono un duo californiano dedito alla causa del death/doom (uno dei sottogeneri che più hanno spopolato nell’anno che si appresta a concludere) che debutta con il presente tre pezzi intitolato
“Cycle of violence” per la
Caligari Records.
Fortemente influenzati dalla tematiche occulte, i
Seventh Circle stabiliscono il primo contatto con l’ascoltatore con la cadenzata
“Death mask”, traccia dal groove pesante come un macigno che poi si apre con un riff distorto e malato seguita da una accelerazione improvvisa per poi concludersi con un ulteriore ritmica cadenzata.
La successiva
“Dwelling Lucifer” invece gioca molto sulle atmosfere horror, giocando fra distorsioni, voci lontane, distorte e filtrate su una base musicale ripetitiva e ipnotica. Come se ci fosse un caos strisciante e vorticoso in attesa nell’oscurità.
La terminale
“Babalon” gronda ancora di grasso groove, riproponendo le stesse vocals secche e graffianti e quel senso disagio che già serpeggiava nelle tracce precedenti.
Tre brani che bastano per capire che l’obiettivo dei
Seventh Circle è quello non mettere a proprio agio l’ascoltatore, ma rimane il dubbio che ciò che funziona per la durata di tre brani non riesca a replicarsi in pieno ascoltando un lavoro completo. E’ auspicabile che i
Seventh Circle operino qualche maggiore “variazione sul tema” all’interno della loro proposta evitando così una nociva ripetitività.
Come si suol dire: rimaniamo in attesa di ulteriori sviluppi.
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