Sono occorsi solo tre anni ai pescaresi Straight Opposition, per forgiare un sound granitico e convincente. Il loro hardcore è figlio legittimo della scena americana, avendo nei propri cromosomi il dna di bands del calibro di Biohazard, Downsetm, Terror e Turmoil. I quattro musicisti coinvolti dimostrano tutta la loro bravura e la loro dedizione nei confronti del genere, offrendoci una prova maiuscola tecnicamente parlando, illuminandoci con un songwriting assolutamente personale. Il riffing è forse quello più ricollegabile alle bands citate poc'anzi, ma si tratta proprio di cercare il cavillo in un disco che nei suoi 24 minuti intensissimi, non offre alcunché in termini di difetti e/o critiche. Un minutaggio breve e coinciso che unito alla bontà delle composizioni, dona al disco quella longevità che spesso manca in prodotti simili. Ci si ritrova così ad ascoltare il disco anche cinque, sei volte consecutivamente, senza mai annoiarsi o avvertire nausea. Già dall'opener " Revolt! ", 42 secondi di rabbia e furore, si intuisce tutto il potenziale di odio e grinta in mano alla band di Pescara. Ma anche le altre canzoni rimangono altissime come qualità: una " Map Of The Etnies " con il suo drumming oscenamente incontrollato ed incontrollabile; " Straight Opposition " rappresenta invece il manifesto della band, una song intensa e ruffiana allo stesso tempo, sicuramente uno dei cavalli di battaglia in ambito live. A chiudere il lavoro troviamo " PEHC CREW ", una song cantata in italiano, che fonde l'hardcore della band con la rabbia ritmica dell'hip hop, grazie alla collaborazione con C.U.B.A. Cabbal: scelta coraggiosa ma anch'essa vincente, visto che la canzone è accattivante. In chiusura di recensione, rinnovo i complimenti agli Straight Opposition ed alla loro arte, di qualità e di spessore...ora sta a voi che leggete dare loro una chance, se la meritano pienamente.
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