Ci avrei scommesso un discreto gruzzolo solo osservando l’
artwork di copertina a firma
Valnoir: i
The Spirit, dopo un esordio fideisticamente ancorato ai numi tutelari del
blackened death metal (
Dissection e
Unanimated su tutti), hanno deciso di rendere più moderno e
groovy il loro
sound in occasione del secondo
full length –il primo per
Art of Propaganda-.
Beh, per fortuna mi sono astenuto, dal momento che “
Cosmic Terror” si configura piuttosto quale naturale progressione rispetto al
debut “
Sounds from the Vortex”.
Vatti a fidare degli artisti francesi…
Suggestioni visive a parte, il termine “progressione” pare senz’altro più accurato rispetto ad “evoluzione”: il combo proveniente da
Saarbrucken, infatti, è rimasto coerente alle fonti sopra citate.
Nondimeno, si notano in questa sede maggior personalità, piglio e sicurezza compositiva.
I complimenti vanno anzitutto al
leader e
songwriter M.T., capace di cesellare composizioni ben congegnate e ricche di dinamismo, contraddistinte da spunti melodici azzeccati e sezioni strumentali strutturate con perizia.
Plausi anche all’ottimo lavoro svolto ai
Woodshed Studios dal
producer Santura (già all’opera con
Dark Fortress e
Triptykon) ed al
drummer M.S., cui va ascritta una poliedricità ritmica rara in campo estremo.
Nei solchi di “
Cosmic Terror” non si rinviene nulla per cui strapparsi i capelli (soprattutto se, come il sottoscritto, vi conviene tener da conto quel che è rimasto), ma i cultori del genere non faticheranno ad appassionarsi alle glaciali stilettate dell’
opening track “
Serpent as Time Reveals”, agli intrecci chitarristici della
title track o all’esuberanza (quasi)
anthemica di “
Pillars of Doom” e "
Repugnant Human Scum".
Peccato per qualche scivolone (su tutte i banali
riff del
mid tempo "
The Path of Solitude") e per una quantità ancora insufficiente di pura malignità (a mio avviso limite storico del
combo), ma il consiglio è comunque quello di concedere una
chance ai
The Spirit, ennesimo esempio della granitica affidabilità teutonica in fatto di
metal estremo.
E chissà che, in occasione del fatidico terzo disco, non vi sia il definitivo salto di qualità e l’approdo fra i
top album…
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