Quello dei danesi Saturnus è un graditissimo ritorno, dopo lunghi anni di assenza dalle scene che avevano fatto pensare a un addio ormai praticamente definitivo. E invece "Veronika Decides To Die" è qui a riproporci la musica di una delle più intense band doom moderne, con tutte le caratteristiche che avevano reso delle piccole perle i precedenti lavori. Questa volta colpisce subito la scelta del concept, ispirato a un raccolto dello scrittore brasiliano Paulo Coelho. Tralasciando tutte le critiche a un autore che ha fatto della banalità e della commercialità un'arte, stupisce proprio la decisione di ispirarsi a una storia che vede una ragazza slovena tentare il suicidio, prima di essere rinchiusa in un ospedale psichiatrico nel quale un eccentrico dottore tenterà di restituirle la voglia di vivere. Quanto dell'album segua questa storia non ci è dato di saperlo, ma il contrasto tra fredde sensazioni e caldi sentimenti è avvertibile attraverso tutte le tracce, grazie a un uso della melodia in grado di esprimere costantemente il disagio di una persona con problemi mentali, stretta tra l'oppressione della mente (il duro growling) e il disagio dei sensi (le parti più dilatate). Ovviamente grande spazio è lasciato a momenti in cui la malinconia e la tristezza si fondono diventando decadenza, sottolineata da un uso accorto della tastiera. Non c'è niente che riesca a intaccare l'obiettivo dei Saturnus, raggiunto grazie a quella calma e lucidità che è poi il pilastro fondante del doom moderno, quello che si è ormai mischiato a tal punto con il gothic metal da non permetterci di riuscire più a distinguere o separare le due anime. "Veronika Decides To Die" è un grandissimo ritorno, che non fa che confermare le doti emozionali di questi cinque ragazzi danesi.