Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2006
Durata:57 min.
Etichetta:Lion
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. ETERNITAS
  2. INVICTUS
  3. FEEL THE RUSH
  4. MY LEGACY
  5. THE DARK GIFT
  6. SACRED LIES
  7. THE BRIDGE OF DEATH
  8. FALL FROM GRACE
  9. NO TEARS, NO EMBRACE
  10. THE HAUNTED LOVERS
  11. THIS DREAM
  12. EVIGKEIT

Line up

  • Roman Schonsee: vocals
  • Kemi Vita: vocals
  • Judith Stuber: vocals
  • Jan Yrlund: guitars, programming
  • Oliver Philipps: piano, orchestrations
  • Milos Maricevic: bass
  • Merijin Mol: drums

Voto medio utenti

I Satyrian sono caratterizzati dalla presenza di tre vocalist di ruolo, mentre la loro proposta musicale non si allontana poi troppo dal solito Gothic Metal, sebbene cerchino di apportare qualche variazione sul tema. Prima di passare alla loro nuova incarnazione, gran parte dei musicisti che oggi fanno parte dei Satyrian aveva già realizzato l’album "Eva" sotto il nome Danse Macabre, ad ogni modo quasi tutti in precedenza hanno maturato diverse esperienze, come ad esempio Jan Yrlund (ex Lacrimosa), Roman Schönsee (ex Pyogenesis) oppure Oliver Philipps (Everon), e questo si fa certo sentire, ma alla resa dei conti non riesce a fare la "differenza".
Tocca ad un pianoforte introdurre e sottolineare l'opener "Eternitas", caratterizzata poi da interessanti incroci vocali, un bel brano di quel Gothic Rock che ritroviamo su livelli più che discreti anche con l'energica "Fall From Grace". Molto più marcato invece il taglio elettronico su canzoni come "Invictus" e la darkeggiante "The Dark Gift". Se non manca qualche passaggio nosioso di troppo ("Sacred Lies", "No Tears, No Embrace" o la conclusiva "Evigkeit") i Satyrian offrono il meglio del proprio repertorio con "Feel The Rush", "The Haunted Lovers" e sopratutto con "My Legacy" (davvero bravo qui Roman Schonsee a fare da contraltare alle due voci femminili), brani che hanno dalla loro melodie suadenti ed allo stesso tempo tragiche.
Interessante comunque anche la loro incursione in campo folk con "The Bridge of Death", acustica ed in grado di ricreare il feeling di una danza medioevale.
Bravi lo sono di sicuro, ma non ancora del tutto convincenti... per il momento.
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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