Gli Schizophonic suonano hard-rock, ma non aspettatevi un'inerte rilettura dei canoni più classici del genere, il loro approccio è sempre abbastanza vitale e produttivo, applicando a volte una sorta di guarnizione attitudinale quasi "progressiva", alle caratteristiche tipiche di questo stile.
Potendo contare su di un bagaglio tecnico di rilevante spessore e su un vocabolario musicale ricco e variegato, la band in questione, nata nel 2003 e giunta all'esordio con quest'autoproduzione denominata "Fragments of a dream", dimostra che una certa "tradizione" di rock duro statunitense, pur senza snaturarne il codice genetico, può essere interpretata con temperamento e personalità, se si hanno le idee e la predisposizione, senza dovere per forza tentare di "copiare" i maestri del settore.
Ne esce un Cd piuttosto godibile, vivo e frizzante, capace di solleticare i muscoli e il cervello, oltre che ovviamente stimolare l'indispensabile muscolo cardiaco.
L'irruzione di "W.R.N." certifica immediatamente le peculiarità del gruppo, dove la tecnica e la fantasia fanno la differenza, ed espone il buon timbro vocale di Mala, non sempre però accompagnato da un altrettanto felice controllo dell'intonazione, principalmente in fase "d'ascensione".
Più cadenzata la successiva "Waiting for a sign", musicalmente gradevole, malgrado alcune incertezze canore e un livello di prevedibilità maggiore, mentre "Sparkling diamond", introdotta dalla musica del can-can (?!), è un numero hard-blues ad elevato coefficiente d'ardore e di perizia strumentale.
La discreta ballata elettro-acustica "Trying to be your man", lascia il posto a "Hope", un altro bel momento soft, dagli avvincenti breaks corali in "accelerazione" e subito dopo ecco sopraggiungere il brano che considero come il più bello dell'intero disco, "Viaggio" (che vede la collaborazione di Andrea Martongelli, chitarrista di Arthemis / Power Quest), un autentico gioiellino di creatività e verve, in cui si condensano le migliori qualità degli Schizophonic, con il supporto di un refrain (a dispetto di quanto ci si potrebbe aspettare dal titolo, l'unica frazione cantata in italiano) davvero adescante.
Ottime anche la rilettura di "Don't stand so close to me" dei Police, con Bumblefoot in veste di ospite, ridisegnata con soddisfacente capacità e "Sneaky gun", in cui la maestria esecutiva si abbina ad un'intrigante e sanguigna linea melodica, il tutto concluso, dopo qualche minuto di silenzio (caspita quanto detesto queste cose!) da una suggestiva coda esclusivamente strumentale.
Gli Schizophonic sono indubbiamente un buon gruppo che dovrà solamente cercare in futuro di evitare qualche minima imprecisione nell'uso delle voci e dei cori e, tenuto conto che, se non sbaglio, dopo l'uscita del dischetto, il singer Mala, per non meglio precisate cause di forza maggiore è stato costretto a lasciare i suoi compagni d'avventura, sono molto curioso di poter valutare l'operato del nuovo "pilota", alle prese con la "macchina" di queste composizioni spesso così attraenti, alla quale manca forse solo una piccola "messa a punto" generale, per poter essere veramente competitiva e per tagliare il traguardo della conquista dell'attenzione da parte del mercato discografico "maggiore". Il "Viaggio" è iniziato sotto incoraggianti auspici, si tratta ora di proseguirlo con la stessa convinzione ...
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