Copertina 6,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2006
Durata:33 min.
Etichetta:Listenable
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. LONG LIVE THE NEW FLESH
  2. I TORTURE, RAPE, CUM AND KILL
  3. CRAWL WITH ME THROUGH THE FILTH
  4. COVEN OF DEATH
  5. DEFLOWER THE DEAD
  6. BODYFLUIDS FROM UNKNOWN SOURCE
  7. ALIVE SWARMING WITH FLIES
  8. PRAY ON THE WEAK
  9. DEAD IN A DITCH

Line up

  • Calle Faldt: vocals, bass
  • Johan Axelsson: guitars
  • Rikard Wermen: drums

Voto medio utenti

Seguo gli svedesi Deranged sin dai loro inizi, avvenuti tanti anni fa con il debutto “Rated X”, anche se quell'album venne dopo un bel po’ di demos e minicd. Questo per dire che Deranged sono una delle più attive e longeve, nonché anche una delle migliori, bands brutal europee. Nel corso degli anni la loro produzione si è mantenuta su livello spesso qualitativamente buoni (oltre al debutto ottimi sono “III” e “Plainfield Cemetary”). Il nuovo “Obscenities In B-Flat”, sesto full-lenght, ce li presenta ancora in pista con il loro sound debitore in primis dei Cannibal Corpse e di tutto il brutal americani, cui la band guarda insistentemente. Stavolta però la band toglie il piede dall’acceleratore e ci propone un platter che fa del groove marcio e malsano, delle pastoie paludose di riffs e patterns intricati, il suo vessillo di battaglia. Il sound diventa oltremodo pesante, soffocante, compresso da un growl profondo e disturbante, con una produzione anch’essa pastosa, monolitica oserei dire. Certo non mancano le accelerazioni, ma spesso sono momenti marginali nelle canzoni, o almeno nella maggior parte.
Ciò non è necessariamente un male, perché pezzi come “I Torture, Rape, Cum And Kill” e “Crawl With Me Through The Filth” sono dei macigni che ti si posano sull’encefalo e lo riducono ad una poltiglia, e quando la band accelera, come in “Pray On The Weak” lo fa sempre seguendo uno schema che sembra predefinito e che limita la devastazione. Ciò che sto cercando di dire è che in questo disco la band non si lascia mai andare alla brutalità nuda e pura, cercando spesso di costruire le canzoni più che di spaccare il culo all’ascoltatore. Che poi questo avvenga per altre strade, quelle della perseveranza nel creare strutture groovy e ossessive, è un loro pregio, ma che alla lunga può annoiare e stancare.
Resta fermo che i Deranged ci sanno fare alla grande e che con un pizzico di follia, o forse di incoscienza, in più questo disco sarebbe stato da avere, invece così si limita alla categoria degli aficionados.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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